Anche gli inglesi scelgono Roma per le vacanze di Natale. Così la Capitale, secondo la classifica pubblicata dal quotidiano inglese The Mirror, è prima tra le mete turistiche europee preferite dai britannici. Seguita da Parigi, Amsterdam, Berlino e Reykjavik. «Roma è una destinazione magica durante l'inverno, il Natale è pieno di luminarie, cerimonie religiose e c'è la famosa Piazza Navona» si legge nel servizio del quotidiano inglese. «Un risultato importante, che dimostra una volta di più che abbiamo intrapreso la strada giusta incoraggiando e sostenendo gli eventi che attraggono i turisti e offrono nuove occasioni per visitare Roma» ha commentato Alessandro Onorato, assessore al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda di Roma Capitale. Classifiche a parte, sono gli imprenditori del turismo a confermare la netta ripresa del settore tra alberghi pieni per il ponte dell'Immacolata e i primi pacchetti per le vacanze natalizie già prenotati.
Hotel di Roma pieni fino a Natale, rincari del 30% sulle stanze. «I turisti spendono di più»
I NUMERI
Resta da sciogliere ancora il nodo per il caro energia, ma intanto i numeri che stanno registrando gli hotel fanno tirare il fiato. Secondo Federalberghi, il volume d'affari per la prossima festività - 8 dicembre - è tornato quello del 2019: la prossima settimana le stanze saranno coperte all'85%. A trainare l' ondata di viaggiatori invernali in visita a Roma, sono dunque perlopiù i viaggiatori stranieri. Insieme agli inglesi sono infatti tornati le compagnie di spagnoli e francesi. Non solo: nei registri degli elenchi, sono tornati pure gli stranieri di origine giapponese e coreane. Nello specifico: il 50% delle reservation è di stranieri Francesi e spagnoli. «Per il prossimo ponte, con un tempo di pernottamento relativamente breve, ci aspettavamo questa proporzione di stranieri - commenta Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi - A Roma arriveranno infatti anche molti italiani.
L'IMPENNATA DEI COSTI
La prima impennata si era registrata tra marzo e aprile. Quindi a maggio, quando è stato registrato addirittura +33,4% sul 2019 (dati Bankitalia). Il trend si è poi confermato nel trimestre successivo. Già ad agosto però è scattato il primo allarme per il caro energia dovuto alla guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia che hanno prodotto un aumento dei prezzi. E con le strutture a pieno regime, le spese di gestione sono salite. A partire dal prezzo medio al Gme che ha sfondato i 700 euro al megawattora, le bollette degli alberghi sono cresciute fino a quattro o cinque volte. Una prima frenata è arrivata a settembre. Non abbastanza per scongiurare il peggio: «Servono aiuti concreti - sottolinea il presidente Roscioli - gli aumenti sull'energia e il gas rischiano di non farci arrivare alla prossima estate. Al momento, sappiamo che possiamo tornare a lavorare come nei periodi precedenti alla pandemia eppure, per far fronte alle bollette lo scenario potrebbe essere addirittura peggiore a quello che abbiamo vissuto tra il 2019 e il 2021».