Roma, dopo il blitz al Senato i vandali tornano liberi: nessuna misura cautelare per i ragazzi arrestati lunedì

La 26enne aveva già imbrattato a Roma un Van Gogh, il 21enne la Scala di Milano

Roma, dopo il blitz al Senato i vandali tornano liberi: nessuna misura cautelare per i ragazzi arrestati
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 13:59

Ci sono sempre le stesse mani dietro i blocchi degli automobilisti sul Grande raccordo anulare, il lancio della passata di verdure su uno dei capolavori di Van Gogh esposti nella Capitale, e la vernice usata per imbrattare prima il teatro della Scala di Milano e poi Palazzo Madama a Roma. Nonostante le precedenti denunce e il rischio che possano organizzare altri blitz, i tre attivisti di Ultima Generazione fermati lunedì mattina, dopo aver deturpato la facciata del Senato, sono tornati liberi. Gli arresti sono stati convalidati ieri mattina con giudizio direttissimo, ma il giudice del Tribunale di Roma non ha disposto alcuna misura cautelare nei loro confronti.
Così, Alessandro Sulis (21 anni), Davide Nensi (23 anni) e Laura Paracini (26 anni), accusati di danneggiamento aggravato, attenderanno a piede libero l'udienza di maggio, in cui il loro legale potrebbe avanzare la richiesta di un rito alternativo. Per l'atto vandalico a Palazzo Madama, sono stati denunciati anche altri due ragazzi con la stessa accusa. Le indagini sono state svolte dalla Digos di Roma e dai militari del Nucleo investigativo dell'Arma.

L'UDIENZA

I vestiti erano ancora sporchi di vernice arancione.

La stessa che lunedì mattina alle 7,45 hanno spruzzato con degli estintori sulla facciata del Senato, nell'ennesimo blitz ambientalista organizzato dai militanti di Ultima Generazione. I tre giovani arrestati, condotti in aula davanti al giudice monocratico Andrea Pastori e al pm Mario Pesci, hanno rivendicato l'azione dimostrativa: «Dopo aver visto il disastro della Marmolada ho paura per il nostro futuro - ha riferito Davide Nensi, ricordando la valanga che a luglio scorso ha provocato la morte di 11 persone - Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento».

Il pubblico ministero aveva richiesto per tutti e tre gli imputati l'obbligo di dimora, sostenendo che il tema dell'ambientalismo non ha nulla a che vedere con la devastazione di un palazzo del 1400. Una misura ritenuta eccessiva dalla difesa: «I writer imbrattano i muri della città senza alcuna motivazione ideologica - ha sostenuto in aula l'avvocato Ilaria Salamandra - Questi ragazzi lo fanno per riportare l'attenzione su un tema delicato». Il giudice dopo aver convalidato l'arresto, nonostante le precedenti denunce a carico dei tre imputati, li ha rimessi in libertà considerando il loro stato di incensurati. «Farò di tutto per far comprendere che la corretta qualificazione giuridica del reato non è il danneggiamento - ha spiegato l'avvocato Salamandra - Non si può far passare un imbrattamento per danneggiamento». Di sicuro i tre imputati sono recidivi.

 

I PRECEDENTI

Per esempio Laura Paracini, romana, aveva già preso parte all'incursione a palazzo Bonaparte del 4 novembre scorso, a Roma, in cui era stata lanciata della passata di verdure sul quadro di Van Gogh Il Seminatore, che non ha riportato danni grazie a una protezione in vetro. Per questi fatti la ragazza e altre due attiviste sono state indagate per «deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici»: una nuova fattispecie penale che prevede pene più severe - fino a 5 anni - rispetto al semplice danneggiamento. Alessandro Sulis (residente in provincia di Lucca) era già stato denunciato per l'imbrattamento della Scala dello scorso 7 dicembre e per i blocchi stradali sul Gra; mentre Davide Nensi (trevigiano) solo per questi ultimi. Intanto, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha annunciato l'intenzione di costituirsi parte civile contro i tre ambientalisti: «Non vogliamo pene esemplari, semmai nell'ambito della discrezionalità dei magistrati auspichiamo un atteggiamento consapevole dell'importanza dei palazzi delle istituzioni. Episodi come questo sono assimilabili a quelli di puro teppismo».
Erika Chilelli
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