Miur, il paradosso secondo il giudice: «Corrotti con i fondi per la legalità». Giovanna Boda “consapevole e lucida”

Patto illecito tra la ex dirigente e l'imprenditore Federico Bianchi

Miur, il paradosso secondo il giudice: «Corrotti con i fondi per la legalità». Giovanna Boda “consapevole e lucida”
di Valeria Di Corrado
4 Minuti di Lettura
Martedì 13 Febbraio 2024, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 11:17

«È quantomeno paradossale che i fondi per l'educazione alla legalità siano stati assegnati sulla base di un patto corruttivo tra privati e pubblici ufficiali. Ciò ha comportato certamente una lesione della credibilità e dell'affidabilità delle istituzioni coinvolte». Sono queste le motivazioni che lo scorso 9 gennaio hanno portato il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Roma, Andrea Fanelli, a condannare la ex dirigente del ministero dell'Istruzione Giovanna Boda a 2 anni e 2 mesi di reclusione, tenendo conto di un importante sconto di pena per la scelta del rito abbreviato e per la decisione di collaborare con la Procura durante le indagini.

Miur, regali e mazzette: a processo nove persone. Così l’imprenditore ha versato 3,2 milioni di euro alla dirigente Giovanna Boda

La 49enne avrebbe favorito l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco nell'aggiudicazione di appalti: gli anticipava via e-mail, «prima della sua pubblicazione, la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa, e lo invitava e lo faceva partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole», demandandogli anche la decisione finale su tale suddivisione.

Dall'inchiesta del pm Carlo Villani è emerso che, proprio in virtù di questo «patto corruttivo», il Dicastero dell'Istruzione «tra gennaio 2018 e aprile 2021 ha materialmente erogato la somma complessiva di 17.457.976 euro in favore di enti riconducibili a Bianchi», a cui si sommano altri 186mila euro erogati «con le medesime modalità» dalla presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per le pari opportunità.

DALLA BAITA AL FRIGORIFERO

L'imprenditore, che verrà processato con il rito ordinario, in cambio di questa corsia preferenziale, avrebbe regalato a Giovanna Boda di tutto: un materasso, una fornitura di biscotti, un frigorifero da sistemare nel suo ufficio al ministero dell'Istruzione, lezioni di sci, servizi di autista per sé e i familiari, una baita in montagna, una domestica, un abito su misura, un soggiorno in un hotel 4 Stelle a Terme dei Papi, oltre a denaro in contanti. Bianchi, tramite le sue aziende, avrebbe anche stipulato contratti di collaborazione con diverse persone segnalate dalla ex capo del Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur. Fondamentali per le indagini, le dichiarazioni della segretaria della Boda, che ha scelto la via del patteggiamento, insieme ad altre cinque persone coinvolte nell'inchiesta. Aveva raccontato che la dirigente «faceva principalmente spese personali, come chirurgia, parrucchiere o unghie, lasciando mance generose». E ancora: «Era un continuo chiedere soldi e mi sono trovata anche ad anticipare io».

Miur, inchiesta Boda: i soldi delle scuole spesi per pagare tangenti. La Finanza: «Anomalie nei conti per più di un milione di euro»

«ERA LUCIDA E CONSAPEVOLE»

La difesa di Giovanna Boda, sulla base di una consulenza di parte che certificava una condizione di «infermità psichica» tale da aver spinto la donna il 14 aprile 2021 a un tentativo di suicidio, aveva puntato a chiedere il riconoscimento di un vizio di mente. «Tale conclusione non può essere condivisa, in quanto appare fondata su mere ipotesi - si legge nella sentenza - Le conclusioni del dottor Sani appaiono contraddette dal tenore delle tante conversazioni intercettate, cui ha preso parte l'imputata: in esse la Boda appare pienamente lucida e consapevole delle proprie scelte, tanto da concordare, generalmente con il Bianchi, anche stratagemmi particolarmente complessi ed articolati». Anche perché, come fa notare il gup, gli episodi contestati dalla Guardia di Finanza hanno avuto nel 2018, mentre la terapia farmacologica descritta nella relazione psichiatrica dal dottor Sani ha avuto inizio nel 2019. Tuttavia, questo «quadro di fragilità emotiva, che può aver reso più agevole la decisione di accettare le offerte corruttive del Bianchi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA