Libreria Cascianelli, 100 anni di storia nel cuore di Roma

C’è di tutto: dai libri gialli, ai classici, stampe settecentesche, volumi in lingua francese ( Dictionnaire des Jeuxs, ndr), kimoni e rilegature in marocchino. Pezzi unici che narrano millenni di storia, identità, vissuti e culti

La libreria Cascianelli, il tempio della cultura per intellettuali e collezionisti Un patrimonio culturale a pochi passi da Piazza Navona
di Alessia Perreca
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Giovedì 3 Novembre 2022, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 16:08

L’opera più antica, un libro sull’astronomia, risale al 1550. Ci sono anche pergamene, dipinti e incisioni di oltre un secolo fa. Vetrine a tema con oggetti e stili provenienti da ogni singolo angolo del mondo. Un patrimonio da osservare, leggere e immaginare ad occhi chiusi. Non un deposito di libri, ma un luogo di cultura, storia e memoria. E’ la libreria Cascianelli, in Largo Febo, 15. Siamo nel centro storico della Capitale, a pochi passi dalla Fontana dei Quattro Fiumi, in Piazza Navona e dal “celebre” hotel Raphael, l’albergo che ha segnato profondamente la cronaca del nostro Paese. Le immagini del “lancio delle monetine, sassi e bottiglie” contro l’allora Presidente del Consiglio, Bettino Craxi - ancora impresse nella memoria di molti italiani - decretarono la fine della Prima Repubblica.

A Piazza Bettino Craxi erba alta che invade anche i parcheggi. Foto

Libreria Cascianelli, la storia

Un viaggio indietro nel tempo.

Siamo nel 1835 e l’attuale struttura ospitava - all’epoca - un laboratorio di sartoria e merceria ecclesiastiche. Sgabelli, ferri da stiro, “pascalotti” e classici banconi - alti e ricoperti da tessuti - hanno lasciato il posto a partire dagli inizi del 1900, a cimeli, opere e grossi volumi sulla letteratura, sulla storia romana, le scienze e le arti. Un atelier che ben presto si è trasformato in libreria. Fondato nel 1930 dall’avvocato Rodolfo Cascianelli, con la prima sede in un edificio di Corso Rinascimento e dedito alla vendita di libri usati d’antiquariato. Dopo la demolizione dell’edificio, avvenuta nel 1936, l’attività della biblioteca si trasferì in Via Zanardelli, dove rimase fino al 1950, anno della scomparsa del suo fondatore. Successivamente la sede definitiva fu, per l’appunto, quella di Largo Febo. Una continua mutazione, con tre generazioni di librai che hanno provveduto a mantenere gli arredi originari, tipici dell’Ottocento. Le vetrine sono mobili e per la loro chiusura è sufficiente spingerle verso l’interno del negozio, scorrendo su due binari. Non le moderne saracinesche, ma l’utilizzo di grandi portelloni. Dunque, nessuno spazio per il rinnovamento. Come se l’epoca ottocentesca fosse ancora lì, custodita preziosamente nelle teche in legno di noce, quasi a ricordare quell’atmosfera calda e magica della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, nella saga di Harry Potter. “La nostra intenzione - spiega Valentina La Rocca che insieme a Claudio Cascianelli e  agli antiquari Alfio Mazza e Alessandro Lancia ha rilevato e rilanciato la storica libreria - era quella di creare una cornice che potesse attrarre tutti: collezionisti, bibliofili e appassionati di storia antica.”

Il museo segreto

Una serie infinita di volumi impossibile da quantificare. C’è di tutto: dai libri gialli, ai classici, stampe settecentesche, volumi in lingua francese ( Dictionnaire des Jeuxs, ndr), kimoni e rilegature in marocchino. Pezzi unici che narrano millenni di storia, identità, vissuti e culti. Un piccolo museo con un “segreto” che si nasconde dietro una parete. Si tratta di una porta che consente l’accesso ad una stanza e salottino blu dove, negli anni, sono stati ospitati una lista di illustri personaggi, tra cui Papa Giovanni XXIII,  Spadolini, Piero Angela, Leonardo Sciascia, Greta Garbo, giornalisti, scrittori e attori. Da Troisi, a Proietti, e al recente John Wick con Keanu Reeves.  “Oltre alla libreria, organizziamo presentazioni di libri e set cinematografici e di moda, come accaduto con la maison Gucci. Alessandro Michele, direttore artistico del brand ha incluso la nostra libreria nella lista dei Gucci places, dove sono presenti altri indirizzi storici,” prosegue Valentina La Rocca,  appassionata di libri con un passato da illustratrice e scenografa nel mondo del teatro e del cinema.

Gli attuali proprietari

“Entrare in questo luogo  così antico - racconta ancora La Rocca - è stato un colpo di fulmine, soprattutto in un periodo in cui le altre librerie avevano chiuso. Si era persa l’anima letteraria del quartiere e abbiamo deciso insieme al nostro socio, Alfio Mazza di rilevarla, nel 2014.”. Costi di affitti e di gestione e l’esplosione dell’e-commerce hanno determinato una chiusura di alcuni locali. Saracinesche abbassate per piccole biblioteche indipendenti, soprattutto nel centro storico. Un quadro ulteriormente aggravato dopo la pandemia da Coronavirus con la cessazione di diverse attività. Quella di Valentina, Alfio e Alessandro è stata sicuramente una grande sfida. “E’ un grande lavoro, un impegno mentale e quotidiano. Il nostro compito è cercare di mantenere in vita questo luogo che rappresenta una ricchezza,” ha concluso.

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