Roma: furti e aggressioni spaventano la zona Castro Pretorio-Esquilino. Il quartiere cerca una via di uscita

La testimonianza di Marco Massaro, il responsabile dell’Associazone Residenti Castro Pretorio dopo la terza cabina di regia.

Roma: furti e aggressioni spaventano Castro Pretorio ed Esquilino. Il quartiere cerca una via di uscita
di Noemi Aloisi
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Martedì 12 Settembre 2023, 08:42

Furti, aggressioni e ignoranza hanno stancato i residenti di Castro Pretorio ed Esquilino, la situazione crescente di degrado e delinquenza sta diventando ingestibile e gli abitanti vogliono che qualcuno se ne occupi. Proprio qualche giorno fa c’è stata la terza cabina di regia, nella quale si sono riuniti i membri dell’Associazione Residenti Castro Pretorio e i Comitati Rinascita Esquilino, Parco delle Finanze e Albergatori Romani. Durante l’incontro, sono state affrontate varie tematiche, Marco Massaro il responsabile dell’Associazione Residenti Castro Pretorio è preoccupato come tutti gli altri ma non si arrende. «Qualche giorno fa ho avuto il piacere di partecipare alla terza cabina di regia, una delle tematiche su cui si è dibattuto a lungo, riguarda la tensostruttura. Un enorme capannone che si vorrebbe nuovamente dislocare sul piazzale antistante la stazione Termini». La preoccupazione che diventi un luogo di assembramento di soggetti senza fissa dimora è lecita. «La tensostruttura accoglierebbe chi necessita anzitutto di un recupero psichico oltre che sociale, (la maggior parte), e quelli che invece hanno bisogno solo di un reinserimento sociale. Assembrarli in un'unica struttura, con tutte le varianti in tema di sicurezza, inevitabilmente porterà ad altro degrado». Non ci sarebbe da meravigliarsi se si verificassero delle fughe, la sporcizia perimetrale invece è assicurata. 

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«La soluzione non è quella di riunire tutti questi soggetti per poi smistarli, con i tempi della burocrazia, nelle varie ONLUS che se li prenderebbero in carico». Questo preoccupa i residenti perchè potrebbe dare adito ad ulteriore disagio, la zona infatti è stata assediata da tempo da numerosi senzatetto e malviventi, secondo gli abitanti, la termostruttura potrebbe diventare un ulteriore covo di delinquenza e scompiglio per i quartieri limitrofi. «Pur accettando, con mille riserve, che questa sia una strategia e un piano di azione che porti a un risultato, non deve essere fatto sul territorio di Esquilino e di Castro Pretorio.

Questi Rioni hanno già dato in termini di sopportazione, di condizioni di degrado prolungato e perpetrato per decenni. Hanno dato i cittadini che ci abitano e le imprese che ci lavorano, la città di Roma non finisce con le Mura Aureliane. Strategie nuove, piani di recupero sociale e psichico di soggetti deboli, sono tutte nobili cause ma vanno combattute in un'altra maniera». Secondo Marco e altri membri, per aiutare chi ne ha bisogno, potrebbero essere sfruttate tutte quelle strutture abbandonate come ad  esempio vecchi depositi, caserme, aree dismesse di Atac eccetera, per un’opera di reinserimento sociale, servono strutture adeguate. A dirlo non sarebbero solo i residenti ma anche i responsabili delle ONLUS che fanno questo di lavoro. Loro per primi chiederebbero di poter lavorare in condizioni migliori, all'interno di strutture sicure ed adeguate. Altra tematica affrontata riguarda le mense. «Nel raggio di 1 km scarso, nei due Roni interessati, ci sono 3 mense per i più bisognosi. quella Caritas in via Marsala, quella di Colle Oppio e quella a via Paolina di una ONLUS che dà piatti precotti. Purtroppo è ovvio che un territorio che offre tre mense così ravvicinate possa diventare territorio stanziale di riferimento per chi non ha un pasto caldo, e di conseguenza le zone vicine a quelle mense, diventano zone di insediamento». Secondo le varie associazioni, le mense andrebbero ricollocate, i problemi sono sotto gli occhi di tutti, la preoccupazione dei residenti nasce proprio dal fatto che non vedono progressi in nessuna direzione e che anzi col passare del tempo le cose sembrino solo peggiorare.

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