«Non possiamo lavorare, perché piove dal tetto della nostra rimessa». Quindi niente raccolta dei rifiuti a Prati. Ora la vicenda è sul tavolo dell'ufficio del personale, dopo che i vertici di Ama hanno chiesto alle risorse umane se ci sono gli estremi per provvedimenti disciplinari. Da mercoledì scorso, giorno seguente alle grandi piogge cadute sulla città, le operazioni di pulizia del quartiere sono andate in tilt tra cassonetti traboccanti di rifiuti e le ire dei residenti. Per non parlare delle polemiche interne all'azienda. Come detto, mercoledì scorso una sessantina dipendenti della zona 17a di via Sabotino - che serve Prati - hanno comunicato ai loro superiori che non potevano svolgere le attività di raccolta e pulizia perché i locali della loro rimessa erano allagati. A quanto pare, dopo le piogge torrenziali del giorni prima, si sono registrate infiltrazioni di acqua dal solaio. Pioveva dal tetto. Subito è iniziata una trattativa tra l'azienda e i capizona, da un lato, e le maestranze dall'altro per avviare i giri di raccolta. Ma - forse perché nessuno voleva prendersi responsabilità in un senso o nell'altro - alla fine si è deciso di tenere chiusa la rimessa.
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Risultato? L'area di Prati da mercoledì è stata letteralmente invasa di rifiuti, anche perché questo quadrante, oltre a essere molto abitato, è pieno di bar, ristoranti, pub e negozi.
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Da mercoledì è stata chiusa la sede di via Sabotino. E non riaprirà prima di una quindicina o una ventina di giorni, perché tanto ci vorrà per riparare il tetto. Senza contare che, come denunciano da tempo gli operai di Ama, la struttura è molto vecchia e quindi non in buono stato. Intanto i dipendenti che devono curare la pulizia a Prati sono stati trasferiti temporaneamente presso la rimessa del Salario. Ma anche questa soluzione ha finito per creare ulteriori problemi: dal Salario, per arrivare a Prati, ci sono da percorrere oltre 15 chilometri e questo rallenta non poco le operazioni di ritiro. Per ovviare al problema sono state inviate sul posto altre 4 o 5 squadre per turno, che però hanno dovuto lasciare scoperti altri quartieri.
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Il caos, quindi. Senza contare che da questa settimana Ama deve fare i conti con la riduzione delle quantità lavorate nel tritovagliatore di Malagrotta (si è passati da 300 a 100 tonnellate quotidiane). Intanto i vertici dell'azienda hanno chiesto all'ufficio personale se ci sono le condizioni per sanzionare i loro dipendenti, mentre i residenti di Prati riempiono i social di foto delle loro strade sporche. Accompagnate da commenti intrisi di rabbia e frustrazione: «Non ne usciremo mai».