«Quel monopattino non era il suo, glielo ha prestato un amico perché doveva prendere l’ultima corsa del treno da Ottavia, per tornare a casa, alla Montagnola, dove viveva da solo con la mamma: le aveva portato anche la cena». Arianna, dalle Filippine dove è in vacanza, con la voce rotta dal pianto racconta gli ultimi minuti di vita di Marco Mannage, 26 anni la prossima settimana, originario dello Sri Lanka. Secondo una prima ipotesi dei vigili, è stato investito e ucciso domenica sera, verso le 23, su via di Casal del Marmo, 222, da un’auto pirata. Gli investigatori stanno vagliando l’ipotesi di una omissione di soccorso.
«A chiamare i soccorsi sono stati dei vigili del fuoco che stavano passando in quel momento - raccontano gli amici di Marco - gli infermieri del 118 hanno tentato di rianimarlo per 40 minuti, l’urto lo ha sbalzato per diversi metri, era ferito alla testa».
«Doveva essere qui con me nelle Filippine - racconta disperata la compagna, Arianna, coetanea - sono partita per vedere alcuni miei familiari, doveva venire anche Marco per conoscere mia nonna: e invece ha deciso di restare a Roma perché tra due giorni avrebbe avuto l’esame per la patente di guida». «Marco - aggiunge - aveva trascorso la domenica a casa di amici e doveva prendere l’ultima corsa del treno per andare dalla mamma, ha pensato a lei fino all’ultimo, le stava portando la cena». «Noi amici e i compagni di squadra di cricket siamo addolorati e disperati - dicono - era un bravissimo ragazzo, faceva il cuoco, era nato a Roma e dopo aver trascorso qualche anno nello Sri Lanka era tornato nella Capitale». Tantissimi i messaggi di cordoglio sui social.