Leonardo Lamma, il padre del 19enne morto a Corso Francia: «Hanno la coscienza sporca»

Leonardo Lamma, il padre del 19enne morto a Corso Francia: «Hanno la coscienza sporca»
di Michela Allegri
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 10:17

Una buca rattoppata male, un avvallamento sull'asfalto, diventato sempre più pericoloso a causa del traffico e della pioggia e sul quale è scivolato con la sua moto Leonardo Lamma, 19 anni, morto il 7 aprile scorso mentre percorreva Corso Francia. È questa per il padre di Leo, Stefano Lamma, la causa dell'incidente costato la vita al figlio: «La buca è stata rattoppata provvisoriamente il 31 marzo, è rimasta transennata per due giorni e poi è stata aperta al traffico, nel frattempo si è sconnessa ancora di più per la pioggia e a causa del passaggio dei veicoli. Sono stati fortunati che non sia caduto nessuno fino al 7 aprile, poi hanno fatto i lavori a dovere solo due ore dopo che la moto è stata portata via, quindi la sera stessa dell'incidente». Lamma ne è convinto: qualcuno in questa vicenda «ha la coscienza sporca». La ricostruzione del perito nominato dal pm Attilio Pisani, invece, è molto diversa: Leonardo sarebbe caduto perché andava troppo veloce, a distanza di circa 40 metri dal rattoppo presente sull'asfalto. Per questo motivo la Procura ha deciso di chiedere l'archiviazione dell'inchiesta aperta per omicidio stradale e rimasta contro ignoti. Una decisione che i familiari di Leonardo, assistiti dall'avvocato Antonio De Fazi, sono pronti a impugnare e che vivono come un altro colpo al cuore.

Leonardo Lamma morto in moto a Corso Francia, il pm: «È caduto da solo». La famiglia pronta a presentare ricorso

 


LA BATTAGLIA
«Non basta la sofferenza per aver perso il bene più prezioso - ha proseguito Stefano Lamma in un post - ora bisogna pure combattere per avere giustizia».

Una delle prove utilizzate dal consulente del pubblico ministero è il video ripreso dalle telecamere dell'istituto paritario Gesù Maria di Corso Francia, che hanno immortalato il momento dell'incidente. Per gli inquirenti il filmato dimostra che il ragazzo viaggiava a una velocità troppo elevata per il tratto di strada percorso e, soprattutto, considerando il traffico presente in quel momento della giornata. Ma c'è altro: lo stesso filmato dimostrerebbe anche che la caduta è avvenuta lontano dal rattoppo presente sull'asfalto e che molti altri motorini hanno attraversato lo stesso tratto senza riportare problemi. Quei fotogrammi, invece, per la famiglia di Lamma rendono evidente il contrario: «Nel video della caduta di Leonardo è chiarissimo che cade per il dosso - ha proseguito il padre del giovane - Un palese conflitto di interesse: il perito del pm è un vigile urbano». Per Stefano Lamma in questa vicenda «è palese la colpa del Comune e di chi non ha vigilato. La nostra sofferenza non finirà mai, ma sarà ancora più dura perché dobbiamo aspettare del tempo per dimostrare l'innocenza di Leonardo». Lamma non si dà pace. Ripensa in continuazione all'incidente, è convinto che ci sia stata negligenza nella condotta dell'amministrazione. «Il 31 marzo il presidente del XV municipio e l'assessore alla mobilità dello stesso municipio si sono compiaciuti di avere riaperto presto la strada», ha detto il padre di Leonardo. Un intervento avvenuto troppo in fretta ed effettuato in modo non risolutivo, tanto che la buca, rattoppata provvisoriamente, «si è sconnessa ancora di più per la pioggia e a causa del passaggio dei veicoli». L'intervento di manutenzione definitivo - già programmato - è stato effettuato solo poche ore dopo l'incidente in cui è morto il ragazzo. E non è tutto. «A metà ottobre, per un guasto molto più grave, sempre nello stesso punto, hanno ripristinato tutto in due giorni in maniera eccellente. Non avranno la coscienza sporca?», ha aggiunto Lamma.

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