Dirigente Rai ricattato da una escort a Roma: «Così sono finito nella sua trappola, altri come me»

«Prima parlava dei familiari in difficoltà, quindi passava alle minacce e alle pretese»

Dirigente Rai ricattato da una escort a Roma: «Così sono finito nella sua trappola, altri come me»
di Antonio Crispino e Alessia Marani
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Domenica 17 Settembre 2023, 00:52 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 08:42

Caduto nella rete, intrappolato dai ricatti della giovane donna conosciuta sul web e alla quale aveva aperto il suo cuore. Chiunque può finire irretito in una brutta vicenda estorsiva che mai avrebbe pensato lo potesse riguardare. Soprattutto se si è abituati a gestire persone e mansioni sul posto di lavoro con senso di responsabilità e lungimiranza e se si occupano posizioni sociali e di livello culturale di un certo rilievo. Invece, basta un momento di debolezza per scoprirsi fragili e, improvvisamente, facili prede. «E, purtroppo non sono stato l’unico, anzi». Ad accettare di parlare al Messaggero è il dirigente della Rai ricattato da una escort conosciuta su “bakecaincontri”, un sito di appuntamenti per adulti. Adina Manolache, 30 anni, arrestata per estorsione è stata il suo tormento per circa sei mesi. Lui ha trovato la forza di denunciare, di liberarsi dall’incubo e di risalire il baratro in cui stava per sprofondare, pur sapendo che la sua storia potesse uscire sui giornali.

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«So per certo - racconta il sessantenne - che anche altre persone sono cadute nella rete di Adina, l’ho riferito anche alla polizia. Lei sapeva costruire molto bene le storie da raccontare. Ha architettato tutto alla perfezione, sapendo carpire la fiducia del suo interlocutore. All’inizio - prosegue - era amabile, faceva tenerezza quando parlava dei suoi familiari in gravi difficoltà. Poi la modalità passava gradualmente in una fase più aggressiva fino al punto di esercitare una certa violenza e così le richieste diventavano delle autentiche pretese».
Adina riempie il funzionario pubblico di una serie crescente di bugie: «Mio figlio sta male», «Mi hanno notificato lo sfratto e non abbiamo più il denaro per pagare l’affitto», «C’è gente che mi vuole fare del male, dei criminali», chiedendo denaro.

La prima tranche sostanziosa è di quindicimila euro, una cifra che la vittima comincia a sottrarre ai risparmi di una vita di lavoro con prelievi di volta in volta. Ma i soldi non le bastano mai ed ecco allora nuove richieste. «In realtà è bastato poco tempo - spiega - per capire che quella di Adina era una truffa. Certo che me ne sono reso conto, ma temevo che la storia sarebbe finita sui giornali, come è stato». Ha temuto per la sua reputazione, per il giudizio della gente pronta ad additare e a fare “salotto” sui problemi altrui, persino lo scherno di qualcuno che non lo aveva mai particolarmente benvoluto anche sul posto di lavoro. Fattori su cui Adina sapeva di potere fare leva. «Lavoro in Rai da una vita, lei sapeva bene che ero un personaggio pubblico, un top manager fa sempre notizia in questi casi e così, sulle prime, non ho voluto correre quel rischio assecondando le sue richieste, sperando che sarebbe arrivato un punto in cui si sarebbe fermata, scomparendo nel nulla, così velocemente come si era palesata nella mia esistenza». Invece dalle poche centinaia di euro consegnate nelle sue mani all’inizio, ecco che le donazioni salgono continuamente. «Ma solamente una volta in realtà - tiene a sottolineare i dirigente - è capitato io le abbia dato la mia carta di credito poiché capitò una giornata in cui non potevo uscire e ho mandato lei a prelevare la somma. Ma non ha mai avuto accesso a tutti i miei conti in banca». In sei mesi Adina, che ora si trova ai domiciliari con l’accusa di estorsione, gli avrebbe sottratto circa centomila euro. 

Ma il pericolo delle truffe corre solo online? Il sessantenne è certo che non sia così: «Può capitare anche di incontrare persone simili nei locali di Roma o in qualsiasi altro ambito. Chiunque può finire nel mirino di chi fa truffe per “professione”». E aggiunge: «Ha provato a ricattarmi ma sono a un punto della mia vita che non mi è importato, tra un anno e qualche mese vado in pensione. Sono single, non ho una famiglia, questo ha rappresentato un vantaggio adesso che la storia è uscita e uno svantaggio nel periodo in cui sono stato sotto ricatto perché magari la presenza di una famiglia mi avrebbe aiutato e evitare questo imbarazzo. Più avanti racconterò il resto, ora sono sconvolto, sono giorni in cui non sto andando a lavoro. Mi sento a pezzi. Ma occorre non avere paura e denunciare».

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