«Vieni qui, sei in Italia e non in Romania. Qui si ruba». E poi: «Se tu prendono in Romania, ti danno sette o otto anni per una tuta da ginnastica, in Italia è diverso. Aspetta le prime piogge e raggiungimi, ti dico io dove rubare».
Eccola, la banda delle rapine in villa che prepara le razzie nei quartieri bene di Roma sud, nel triangolo tra l’Eur, Casapalocco e l’Axa. Li hanno arrestati gli uomini della polizia di Stato, dopo aver intercettato per settimane le conversazioni disinvolte con le quali reclutavano la manovalanza. Perché è con argomenti come quelli descritti nelle telefonate che il capo della banda, detto Il mafioso, convinceva i suoi connazionali ad entrare nell’organizzazione che nell’ultimo anno avrebbe messo a segno decine di colpi sul litorale romano.
SUL LITORALE
La banda, sgomitata dalla polizia di Ostia dopo un’indagine ribattezzata “Romania Express”, si era specializzata anche nella ricettazione della refurtiva, che veniva inviata in Romania con autotrasportatori che viaggiavano regolarmente in autostrada.
SPRAY URTICANTE
«Lascia perdere la Romania, li ti mettono in galera. Vieni in Italia: qui sì che si ruba facile» diceva. «Porta lo spray al peperoncino - consigliava - con quello qui addormenti i cani e entri anche nella casa di Berlusconi». Sempre stando alle intercettazioni il giro dei furti permetteva alla banda bottini da capogiro. «Fallo venire a settembre - spiegava a un parente nel corso di una telefonata al paese d’origine - In quel periodo con le prime piogge e le giornate più corte si fanno anche 15 o 16mila euro». Le indagini sono state avviate a novembre dello scorso anno dopo il furto nella villa di un facoltoso imprenditore romano al quale era stata sottratta anche l’auto. Attraverso il satellitare la vettura è stata ritrovata all’Axa con a bordo un componente della banda. Intercettazioni e un lavoro più complesso e lungo hanno portato i poliziotti a stringere le manette anche ai polsi del capo che di anni ne ha 41. Altre tre persone, una donna e due uomini, sono state segnalate all’autorità giudiziaria. L’attività investigativa punta anche a capire che fine facessero i soldi e i preziosi una volta arrivati in Romania.