Tributi comunali, i soldi che ci sono e il gap da colmare

di Ernesto Menicucci
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Lunedì 18 Settembre 2017, 07:54
Soldi per le periferie, soldi per buche e scuole, soldi per trasporti e dissesto idrogeologico. Quello che arriva dal colle capitolino, e che dalla cordonata michelangiolesca scende fino a palazzo Chigi, è sempre lo stesso refrain: chiedere nuovi fondi al governo. Lo fece Alemanno, con la scatola magica della gestione commissariale, lo ha fatto Ignazio Marino che in più di un'occasione a quella costruzione si è appoggiato, riuscendo per lo meno a portare a casa il riconoscimento di 110 milioni di extra-costi per Roma Capitale e lo fa adesso, ad ogni pie' sospinto, Virginia Raggi.

Che Roma sia trattata da Capitale del Paese e che abbia quindi tutto il sostegno del governo (qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico) è ovviamente giusto e sacrosanto: e, anche qui, non conta che tipo di maggioranza guidi il Campidoglio. Ma il dato che emerge dal Bilancio consolidato, certificato quindi dalla giunta M5S, è che a Roma i soldi ci sarebbero pure: 1,5 miliardi di tributi mai riscossi. Raggi parlò in campagna elettorale di un piano di risparmi da 1,2 miliardi, ma basterebbe cominciare ad incassare un terzo dei tributi mai riscossi, per iniziare a colmare un gap di manutenzione datato oltre un decennio. Anche qui, come per l'aumento della differenziata, le promesse si sono sprecate. Sarebbe il caso di cominciare a realizzarle, nell'interesse della città.