Tavolini selvaggi a Roma, l'assessore Meloni: «Un satellite per monitorarli»

Tavolini selvaggi a Roma, l'assessore Meloni: «Un satellite per monitorarli»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 22 Luglio 2016, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 15:58
«Un software e il sistema Gps per eliminare gli abusi dei tavolini all'aperto». Da Expedia all'assessorato al Turismo di Roma. Dagli studi universitari a Washington alla delega allo Sviluppo economico con il sindaco Virginia Raggi.

Adriano Meloni su Twitter ha parlato di controlli più efficaci sulle occupazioni di suolo pubblico. In che modo?
«Esiste una società che ha fatto una cosa di questo tipo su Milano e funziona molto bene: è un software che sfrutta il gps e le immagini satellitari per verificare che le occupazioni di suolo pubblico rispettino le regole. Sia chiaro: è una cosa che vogliamo approfondire, siamo in contatto con questa società per capire se questo strumento sia la scelta giusta per Roma. Ma di certo vogliamo rendere più efficaci i controlli».

C'è chi ipotizza, invece, il ricorso alle borchie che delimitino le aree che un ristoratore è autorizzato a occupare.
«No, lo trovo un sistema macchinoso e poco pratico, non mi convince».

Sul fronte del decoro Roma è ancora ostaggio di mille forme di abusivismo.
«Vanno affrontate con più forza, perché da una parte assicurare il decoro rende la città più vivibile, dall'altra i fenomeni di abusivismo rappresentano un danno economico per i commercianti e gli operatori. Ho parlato con Federalberghi, sul fronte della ricettività il fenomeno degli irregolari è in forte crescita, anche per l'uso di Airbnb, ma anche di molte altre piattaforme. Anche qui: Federalberghi ha un software che consente di incrociare i dati e individuare gli affittacamere irregolari. Bisogna colpirli».
 
Sulle strade si moltiplicano venditori ambulanti abusivi.
«Ho fatto una prima riunione con la polizia municipale, hanno una lunga lista di sanzioni ai venditori abusivi, mai pagate perché difficile riscuoterle. Allora serve maggiore controllo del territorio, dobbiamo coordinarci con tutte le forze dell'ordine per fermare il flusso della merce. Non basta intervenire nell'ultimo miglio, ma colpire i fornitori, con una maggiore collaborazione tra le forze di polizia penso sia possibile farlo».

Una sua dichiarazione ha fatto temere che lei volesse lasciare i camion bar davanti ai monumenti.
«Non è vero, la mia posizione è uguale a quella del Mibac».

Roma ha registrato una frenata sul fronte dell'incremento delle presenze turistiche.
«Guardi, per la promozione turistica su scala internazionale bisogna avere delle risorse che ormai non ci sono più. Allora, è più giusto raffinare le strategie, investendo sui social network con campagne mirate a determinate tipologie di viaggiatori. Puoi scegliere molto bene il tuo target. Certo, però, stiamo lottando anche per avere più fondi, bisogna fare in modo che una percentuale sempre più alta della tariffa di soggiorno venga effettivamente investita sulla promozione turistica. E dobbiamo stringere accordi con le grandi agenzie turistiche on line».

Roma paga un problema: visitare il Colosseo o San Pietro sembra una sorta di impegno che ogni viaggiatore straniero deve rispettare almeno una volta nella vita. Dopo, però, una bassa percentuale ritorna.
«Questo è vero e si affronta prima di tutto aumentando gli eventi che offre la città. Ma dobbiamo tornare al tema del decoro: se il turista, quando arriva a Roma, s'imbatte nella truffa di un tassista abusivo, viene importunato da un centurione aggressivo che lo taglieggia per una foto, deve fare lo slalom tra differenti abusi, bene, alla fine, una volta visti Colosseo e San Pietro, decide di non tornare. Dobbiamo rendere serena e piacevole l'esperienza della visita di Roma. E poi c'è un settore che dobbiamo e possiamo sfruttare molto di più: il turismo congressuale».

Una delle polemiche dell'era Marino fu sul nuovo brand. Nacque un equivoco: molti pensarono che fosse stato eliminato Spqr dal simbolo ufficiale. In realtà non è così, ma anche il logo turistico RoMe & You a molti non piacque. Lo cambierete?
«Per il momento non ne abbiamo ancora parlato, stiamo affrontando altri problemi. Ma RoMe & You non le piace come slogan?».

Il gioco di parole non è proprio immediato e secondo alcuni sarebbe stato meglio usare una parola italiana. Ne nacque una polemica gigantesca.
«Vedremo. Certo, mi pare di capire che qui a Roma si facciano polemiche gigantesche su cose non sempre così importanti. Ma ancora il tema del logo, dopo dieci giorni di lavoro, non lo abbiamo affrontato. Ci dia tempo».

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