Roma, sgomberi: cinque edifici in cima alla lista

Roma, sgomberi: cinque edifici in cima alla lista
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Giovedì 14 Dicembre 2017, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 09:07

Ci sono cinque priorità. Cinque immobili da sgomberare il prima possibile. Così è stato messo nero su bianco lo scorso ottobre dal comitato per l'ordine e la sicurezza che si è riunito proprio su questo argomento. E da qui occorre partire per superare lo stallo di questi ultimi tempi.

La prefetta Paola Basilone ha premesso che nella Capitale ci sono 90 stabili occupati dentro ai quali risulterebbero presenti oltre 11.300 persone. Tra queste ci sono due fattispecie su quali occorre intervenire subito. La prima riguarda i palazzi di via Carlo Felice 69, via dell'Impruneta 51 e via Cardinale Capranica 37. In tutto ci sono seicento uomini e donne dentro a questi locali. L'autorità giudiziaria per questi tre casi ha adottato il sequestro preventivo degli immobili, ma, e qui c'è lo stallo, manca ancora l'esecuzione. La seconda fattispecie, analizzata in prefettura, riguarda invece le occupazioni di viale del Policlinico 137 e di via Tempesta 262. Qui la situazione è ancora più complessa: per ottenere «la liberazione dei cespiti» i proprietari hanno fatto ricorso al Tar, che ha intimato le amministrazioni di procedere. La prefetta ha posto questi due palazzi come prioritari altrimenti interverrà un commissario ad acta.

LO STOP
Fin qui lo sprint del tavolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, poi ci sono i problemi strutturali che rimbalzano tra Comune e Regione per fare in modo che la direttiva Minniti diventi esecutiva. Mancano i censimenti aggiornati per alcune strutture di chi abita in questi stabili e le alternative proposte a chi viene sgomberato. Il Comune avrebbe trovato i primi 100 posti per ospitare le fragilità, per la prima volta senza dividere i nuclei familiari, nella zona di via Ramazzini, nei pressi della Croce Rossa. Ma il bando non può dirsi ancora chiuso. Sempre il Campidoglio è in attesa di chiudere il censimento che l'assessore Rosalba Castiglione annunciò come imminente la scorsa estate sul patrimonio disponibile e indisponibile del Comune dove potrebbero essere ospitate momentaneamente le famiglie e le fragilità sociali che al momento vivono in una situazione di illegalità. Ma senza far passare che sia un alloggio popolare per il quale c'è una graduatoria da rispettare. E dunque in questo rimpallo di responsabilità, dove tutti gli enti si fanno fretta tra di loro senza trovare una soluzione rapida, è sempre più forte il pericolo che il Viminale incappi in un'altra condanna per non aver liberato i palazzi.

E, come nel caso di via del Policlinico e via Tempesta, che il tribunale commissari la prefettura. «Un fatto - ha sempre detto Paola Basilone - che non permetterò mai».
S. Can.
 

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