Rutelli: «Le elezioni a Roma condizioneranno il Paese. Voterei Giachetti, ma allarghi la squadra o fallirà»

Rutelli: «Le elezioni a Roma condizioneranno il Paese. Voterei Giachetti, ma allarghi la squadra o fallirà»
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Giovedì 21 Gennaio 2016, 22:40 - Ultimo aggiornamento: 23 Gennaio, 08:58

«Come andranno le elezioni a Roma condizionerà le elezioni nelle altre città e la vita futura del Paese». Così l'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, ospite di «Otto e mezzo» su La7.

«Roma è andata in 'serie B'. La città, non la squadra», ha aggiunto Rutelli che sostiene il candidato alle primarie del Pd, Roberto Giachetti. 

«Voterei Giachetti, è una brava persona e conosce Roma - ha affermato l'ex sindaco -. E' appassionato e sanguigno. Ciò detto se non allarga la squadra con persone di prim'ordine, fallirà anche lui, gliel'ho detto. E anche a lui, come a tutti gli altri candidati, proporrò i progetti ambiziosi di "La prossima Roma" (l'organizzazione fondata da Rutelli in vista delle prossime elezioni, ndr) per fare uscire la Capitale dalla Serie B dove adesso si trova».

«"La Prossima Roma" finirà il suo lavoro il 20 febbraio consegnando un progetto spero ambizioso che riporti Roma dove le compete e poi daremo una mano perché sono già emersi una serie di giovani che spero possano far parte di questa squadra dei cento senza i quali, per quanto sia bravo Giachetti o un altro candidato, non si va da nessuna parte», ha dichiarato ancora Rutelli.

Il premier Matteo Renzi «non deve personalizzare troppo» altrimenti rischia. «È un referendum che riguarda quella riforma, non è sul governo», ha poi detto Rutelli parlando del referendum sulle riforme.

«Non se ne parla oggi. Sono onorato che qualcuno da Parigi abbia pensato anche a me», ha detto poi Rutelli rispondndo a una domanda sull'ipotesi di diventare direttore generale dell'Unesco. «A Parigi, alla sede dell'Unesco, forse qualcuno si è ricordato - ha aggiunto Rutelli - che noi in Italia abbiamo utilizzato le convenzioni dell'Unesco contro il traffico illecito del Patrimonio come una grande politica di diplomazia culturale».



 

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