Il sottosegretario alla Pa Rughetti: «Salario accessorio problema non risolto»

Il sottosegretario alla Pa Rughetti: «Salario accessorio problema non risolto»
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Novembre 2016, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 08:09
Il Campidoglio «rischia di tornare in disavanzo. La delibera approvata dalla giunta sul salario accessorio è insufficiente. Siamo passati dalla finanza creativa alla finanza locale 3.0». Angelo Rughetti, sottosegretario di Stato alla pubblica amministrazione nel governo Renzi, boccia la delibera con cui Virginia Raggi, l'11 novembre, ha annunciato di avere «risolto l'annosa questione del salario accessorio» (parole della sindaca). «Ho paura che i dipendenti del Comune di Roma dovranno aspettare ancora po' per vedere risolto il problema...», dice invece Rughetti.

Perché sottosegretario? Cosa non la convince?
«La delibera adottata dalla giunta, se è quella che ho letto io, mi sembra del tutto insufficiente e non risponde ai requisiti e alle condizioni previste dalla legge. Il Comune in sostanza ha fatto suo il lavoro che aveva preparato il prefetto Tronca d'intesa con il governo. Un lavoro che ha consentito la ricostituzione del fondo per il salario accessorio come se Roma fosse un nuovo ente. Ma poi la giunta Raggi non ha assolto al secondo passaggio».

Vale a dire il nodo dei 340 milioni di salari illegittimi, distribuiti a pioggia tra il 2008 e il 2012, contestati dal Mef e su cui indaga anche la Corte dei Conti...
«Esattamente. La legge stabilisce che se hai dato soldi illegittimamente ai tuoi dipendenti ci sono due modi per sanare questo comportamento: tagli i fondi destinati al salario accessorio, che equivale sostanzialmente a richiedere i soldi ai dipendenti - alcuni comuni hanno già fatto questa scelta - oppure fai dei risparmi di spesa ulteriori rispetto a quelli che devi fare normalmente per garantire i saldi di finanza pubblica, e con questi risparmi finanzi sostanzialmente il mancato taglio sui fondi del salario accessorio. È una norma fatta per venire incontro ai dipendenti. Invece di fare un sacrificio loro, lo fa la macchina amministrativa».

La Raggi sostiene di avere intrapreso proprio questa strada. Non è d'accordo?
«No, perché la delibera non individua nuovi risparmi di spesa ma indica quelli che il Comune aveva già fatto per realizzare il famoso piano di rientro».

Cioè utilizza i 400 milioni di risparmi programmati dalla vecchia giunta Pd, per abbonare anche i nuovi sacrifici richiesti dal Mef?
«Sì, sembra il gioco delle tre carte. Si usa lo stesso ammontare per rispondere a due norme di legge diverse che rispondono a due esigenze diverse. Altro che finanza creativa qui siamo alla finanza locale 3.0».

Addirittura...
«Ma certo, i risparmi fatti per il piano di rientro erano necessari per evitare che il Comune andasse in dissesto e riuscire ad avere un equilibrio di parte corrente».

Insomma, quei tagli non possono essere utilizzati adesso anche per recuperare i salari illegittimi...
«Io credo che con questa operazione non solo non si risolve il problema del salario accessorio ma si rischia contemporaneamente di riportare il Comune in disavanzo. Ma forse io ho letto un documento diverso da quello annunciato dal sindaco Raggi quando a sirene spiegate ha annunciato di aver risolto il problema e che tutti i dipendenti potevano stare tranquilli».

Che rischi ci sono per il Comune?
«Vista quella delibera, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano la Corte dei conti o la Ragioneria generale del Ministero dell'Economia».

Insomma, i dipendenti comunali hanno poco da stare sereni...
«Mi dispiace che questa vicenda non trovi ancora una soluzione seria. È troppo tempo che migliaia di famiglie aspettano una parola chiara per poter contare su risorse certe. Non è con la politica degli annunci che la Raggi può pensare di governare una macchina così complessa. Serve lavoro e dedizione e non questa superficiale approssimazione con cui vengo fatte le cose. Vorrei anche dire che il salario accessorio serve per pagare servizi aggiuntivi mentre negli atti del Comune non vi è traccia di questo».

Siamo ancora ai salari a pioggia, completamente slegati dal merito e dalla produttività dei lavoratori? I revisori dei conti hanno appena denunciato l'assenza di controlli sulle prestazioni pagate, come invece richiederebbe il Mef...
«Io credo che nessun passo in avanti sia stato fatto, sembra che qualcuno in nome della bandiera della modernità voglia tornare a una distribuzione a pioggia dei fondi, in barba al buon andamento dell'amministrazione. Il tutto a scapito dei cittadini romani che saranno ancora una volta chiamati a pagare il conto».