Una soddisfazione che per i vertici dell'ateneo ha però un retrogusto amaro. «In altre città italiane - ha sottolineato il direttore generale di Roma Tre, Pasquale Basilicata - gli spazi delle università sono stati messi a disposizione dagli atenei e del loro piano di sviluppo a titolo gratuito.
Un trattamento analogo avrebbe sicuramente consentito a Roma Tre di destinare quelle risorse in servizi agli studenti, borse per i dottorati, investimenti sul patrimonio librario nonchè in progetti di ricerca e sviluppo». «Quello che relativamente ci lascia l'amaro in bocca - ha spiegato poi il rettore Pietromarchi - è che quella funzione di miglioramento degli immobili e dei servizi che l'ateneo ha fatto in questi 26 anni non è stata riconosciuta, male così, ma va bene uguale. Adesso non abbiamo più le risorse per uno stadio bello o per la parte che ci manca del mattatoio, su questo dovremmo trovare un tipo di accordo non oneroso».
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