Roma Tre acquista le sue sedi dal Comune per 18 milioni. «Ma in altre città l'uso degli spazi è gratuito»

Roma Tre acquista le sue sedi dal Comune per 18 milioni. «Ma in altre città l'uso degli spazi è gratuito»
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Lunedì 3 Dicembre 2018, 15:11
Il Campidoglio vende all'Università Roma Tre le sedi d'ateneo che sono di sua proprietà e incassa una cifra di poco inferiore a 18 milioni di euro. «Gli edifici di Roma Tre dopo un importantissimo percorso diventano tutti gli effetti proprietario dei terreni dove si è edificato nei 26 anni della sua storia», ha spiegato il rettore Luca Pietromarchi, in conferenza stampa con la sindaca di Roma Virginia Raggi. L'atto di compravendita è stato firmato questa mattina. L'operazione comprende l'ex Vasca navale in via Volterra, l'ex Depositeria comunale in largo Murialdo, l'ex scuola Silvio d'Amico in via Silvio D'Amico, l'ex istituto scolastico De Amicis in via del Valco San Paolo, l'ex Ente comunale di consumo in via Ostiense, l'area contigua ex Alfa Romeo in via Valco San Paolo, l'area contigua ex Omi in via della Vasca Navale e l'area prospiciente ex Siba in Via della Vasca navale. «Sono contenta di essere qui per due motivi - ha detto la sindaca - Da un lato perché siamo riusciti a portare a termine questo imponente progetto, dall'altro, lo dico in maniera un po' più personale, perchè per me è stata un'emozione venire qui, non ci mettevo piede dal 30 ottobre del 2003,il giorno della mia laurea, mi sono laureata proprio qui in quest'aula».

Una soddisfazione che per i vertici dell'ateneo ha però un retrogusto amaro. «In altre città italiane - ha sottolineato il direttore generale di Roma Tre, Pasquale Basilicata - gli spazi delle università sono stati messi a disposizione dagli atenei e del loro piano di sviluppo a titolo gratuito.
Un trattamento analogo avrebbe sicuramente consentito a Roma Tre di destinare quelle risorse in servizi agli studenti, borse per i dottorati, investimenti sul patrimonio librario nonchè in progetti di ricerca e sviluppo». «Quello che relativamente ci lascia l'amaro in bocca - ha spiegato poi il rettore Pietromarchi - è che quella funzione di miglioramento degli immobili e dei servizi che l'ateneo ha fatto in questi 26 anni non è stata riconosciuta, male così, ma va bene uguale. Adesso non abbiamo più le risorse per uno stadio bello o per la parte che ci manca del mattatoio, su questo dovremmo trovare un tipo di accordo non oneroso». 
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