Roma, tassa di soggiorno, incassi da record: più di 120 milioni

Roma, tassa di soggiorno, incassi da record: più di 120 milioni
di Maria Lombardi
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Agosto 2016, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 08:55
Un bel salasso per i turisti la visita a Roma. Una notte in un albergo di lusso costa sette euro di tassa di soggiorno, la più alta d'Europa. Gli incassi per questa imposta sono da record, 123 milioni di euro nel 2015. Il doppio che a Milano (61 milioni), il quadruplo che a Venezia (27,6) e Firenze (26,7). Seguono a distanza Torino e Napoli, con 5,9 e 4,6 milioni. La Capitale è la città italiana che ricava di più con il balzello per i turisti. Ma che fine fanno questi 123 milioni? Finiscono nel bilancio, a ripianare le voragini dei conti capitolini. «Entrate che per legge dovrebbero essere destinate a un miglioramento delle strutture ricettive e turistiche - commenta il segretario generale della Uil di Roma e Lazio, Alberto Civica - ma che spesso servono soltanto a colmare un deficit strutturato e strutturale».
Il turismo insomma non ci ricava un bel niente. «Manca un ostello degno di questo nome, un polo fieristico e l'intero sistema delle infrastrutture è da ripensare e rifare». Senza considerare l'immagine che in questi ultimi anni la città sta offrendo, tra sporcizia e degrado. «L'imposta di soggiorno - suggerisce Civica - dovrebbe servire a disegnare un fisco locale più equo e a rimettere in moto l'occupazione anche attraverso investimenti nelle opere infrastrutturali e turistiche».
Quattro euro per una notte in un albergo a tre stelle, 7 per un albergo di lusso, 3,50 in un B&B, 4 in un agriturismo. Troppo, secondo gli albergatori, in nessun altra città italiane ed europea si paga così tanto. «In periferia l'incidenza della tassa è altissima», spiega Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi di Roma. Arriva anche al 40 per cento del costo di un pernottamento. «La nostra proposta è quella di modulare la tassa in base alla posizione della struttura, si paga di più in centro che in periferia», aggiunge Roscioli.
LA POSIZIONE
L'assessore al Commercio e Turismo Adriano Meloni sta già lavorando su un contributo, progressivo e basato non solo sulle stelle dell'albergo ma anche sul luogo in cui si trova. «C'è una delibera comunale che prevede lo storno del 10 per cento degli incassi con la tassa di soggiorno a investimenti per le strutture turistiche - spiega il presidente di Federalberghi - tutto questo non avviene. Abbiamo così pensato di proporre che il ricavo della lotta all'abusivismo ricettivo e alberghiero, insomma tutto quello che si incassa con multe e sanzioni venga utilizzato per diminuire la tassa di soggiorno. Ma per combattere l'abusivismo è necessaria una volontà politica molto forte».
Sono 650 i Comuni in Italia che applicano l'imposta di soggiorno. Ogni città stabilisce la sua. Se a Roma in un albergo a 5 stelle si paga 7 euro a Jesolo per una struttura a 2 stelle la tariffa è fissata a 70 centesimi. Scegliendo di campeggiare in una città come Courmayeur si possono spendere solo 20 centesimi e, trovando un campeggio a Venezia, si può scendere addirittura a 15 centesimi. A Firenze una notte in albergo a 3 stelle si pagano 3,50 euro e 5 euro per un 5 stelle, a Venezia l'imposta varia da 2 euro a 5 euro a notte, in B&B 3 euro a notte.