Roma, pressing pd su Tagliente a Ostia. E la sinistra va con De Donno

Roma, pressing pd su Tagliente a Ostia. E la sinistra va con De Donno
di Simone Canettieri
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Lunedì 18 Settembre 2017, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 17:33
Il nome del Pd per la candidatura a mini-sindaco di Ostia non c'è. Si contano per il momento i tentativi andati a vuoto: Francesco Rutelli, Emma Bonino, Rosy Bindi, Livia Turco («Io? Cado dalle nuvole: nessuno mi ha cercato»). A dirla tutta non c'è la fila nel mondo dem per correre nel municipio più grillino di Roma (44% al primo turno comunale nel 2016), che esce da un commissariamento per mafia dopo l'arresto del presidente (Pd) Andrea Tassone. L'ultimo abboccamento è stato con Francesco Tagliente, ex prefetto e già questore della Capitale, indicato da Roberto Giachetti come assessore alla Sicurezza in caso di successo. Cosa che non avvenne, come si sa, e così adesso è ripartito il pressing. D'altronde Andrea Casu, il neo segretario romano, sta lavorando per cercare un nome pesante in grado di ricompattare un fronte più largo possibile contro il M5S e la destra. Ecco, il problema è proprio questo. Anche perché nel frattempo la multiforme area a sinistra del Pd sembra essersi sfilata.

LA DIVISIONE
La proposta dei dem di Ostia di puntare su Manuela Campitelli, giornalista e blogger, si è scontrata appunto con lo schema nome nazionale, nome alto, nome pesante. «Sostengo la candidatura di Don Franco De Donno - dice Campitelli - con l'obiettivo di aprire a tutte le forze sociali e democratiche sane, all'antimafia sociale». L'ex parroco di Santa Monica al momento conta sull'appoggio informale di Mdp (Bersani), Insieme (Pisapia) e di un pezzo di Sinistra italiana (Stefano Fassina). Tutti insieme per una grande «convenzione civica» intorno a don Franco. «Di questo passo arriviamo quarti», hanno sentito dire l'altro giorno a Palazzo Madama a Stefano Esposito, senatore e già commissario del Pd a Ostia. «Non dico vincere, ma cerchiamo almeno di fare bella figura», volano bassi i dirigenti locali. La situazione è così ingarbugliata che c'è anche chi invoca, a mo' di provocazione, una candidatura bis di Roberto Giachetti, unico romano in segreteria nazionale. Ma chi conosce Bobo sa già il tenore della risposta. E insomma? Si cerca e si sonda, in un remake del mitico Guzzanti-Veltroni alle prese con le candidature («Paola e Chiara? Napo Orso Capo? Amedeo Nazzari, Amedeo Nazzari? È morto!»). Ci sono influenti parlamentari del Pd laziale che la buttano sulla data: «Tanto il 5 novembre si vota in Sicilia, in pochi fuori Roma si accorgeranno della nostra disfatta».

TRE OPZIONI
In un clima di questo tipo, con il M5S pronto a una campagna pancia a terra su Giuliana Di Pillo, ci sono i nodi degli altri partiti ancora da sciogliere. Forza Italia, fa sapere il coordinatore romano Davide Bordoni, «non si sposta di un millimetro» da Mariacristina Masi. Ergo Fratelli d'Italia, con Monica Picca dovrebbe accettare il ticket, eventualmente come vicepresidente. Tra le due litiganti rimane in campo ancora l'ipotesi del superpoliziotto Antonio Del Greco. La partita nel centrodestra è ancora aperta e potrebbe prendere un'altra piega - dal punto di vista dei nomi - se il Pd tirasse fuori il coniglio dal cilindro. Ma al momento mancano l'animale e il cappello.