Roma, Raggi filma i giornalisti sotto casa: «Mi fate pena, non pensate a mio figlio»

Roma, Raggi filma i giornalisti sotto casa: «Mi fate pena, non pensate a mio figlio»
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Lunedì 12 Settembre 2016, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 14:08

Nuova settimana e nuova polemica per Virginia Raggi. Il sindaco di Roma, di buon mattino, ha postato la foto di un paio di fotografi appostati sotto casa sua con un commento al vetriolo: «Buongiorno a quei poveri giornalisti che aspettano ore e ore sotto casa mia... Cosa vi hanno ordinato di "catturare" oggi? Un dito nel naso, i capelli fuori posto, mio figlio che magari fa i capricci per dire che sino una madre snaturata? Mi fate un po' pena a dir la verità: tutta la vostra vita passata ad aspettare che qualcuno "inciampi"... Forse siamo già al giornalismo 3.0? Ad ogni modo, se faccio presto, oggi butterò l'immondizia: state pronti! Sia mai sbagli bidone, potete vincere il Pulitzer!».

 

Il post in pochi minuti ha totalizzato centinaia di like e condivisioni, raccogliendo commenti per lo più di incoraggiamento al sindaco. Ma non manca chi, come il fan Carlo Gabriele, si spinge a scrivere: «Facci un segno, parto e li riempio di botte». Pochi minuti e Raggi pubblica un secondo post, con tanto di video girato in prima persona mentre esce di casa e sale sull'auto di servizio per andare in Campidoglio. Nel filmato si sente uno dei fotografi che le chiede: «Sa che ora la gente ci odia? È contenta, sindaco?». La risposta della Raggi arriva su Facebook: «Per ridere (siamo all'assurdo): Un fotografo: "[dopo il post su facebook] c'è gente che ci odia! È contenta sindaco? È contenta?" Beh... Se pubblicare una foto di voi sotto casa, può portare a tanto, forse non è solo "merito" mio. E immaginate cosa potrebbe accadere se pubblicassi il video del buongiorno quotidiano! La trasparenza è anche questa: che le persone sappiano come fate vivere non tanto me, ma mio figlio (che non ha alcuna responsabilità in questa follia che state creando). P.s. Ho un'altro (sic, ndr) video di giornalisti che scattano foto mentre porto Matteo al centro estivo e mentre esco dal centro estivo... Facciamo che è come se l'avessi pubblicato?».

Sull'espisodio è intervenuto anche il presidente del Consiglio comunale di Roma Marcello De Vito: «Penso che qualche volta - ha detto riferendosi ai giornalisti - si esageri però ho rispetto del vostro lavoro. Se mi fate un po' pena? Assolutamente no». Rispondendo ad una domanda dei giornalisti che si riferivano al vice sindaco Daniele Frongia «pronto ad aizzare i suoi cani» contro i giornalisti, De Vito ha replicato: «Ho un cane a casa mia ma fa una finta guardia. È un cane preso 3 anni fa al canile della Muratella durante la campagna elettorale». 

Il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino ha pubblicato una lettera aperta al sindaco: «Penso che lei abbia il diritto ad essere rispettata. Come sindaco, votata da tanti cittadini in libere elezioni. E come persona, nella sua privacy (che, ovviamente, non riguarda la gestione della cosa pubblica). Appostarsi davanti al centro estivo o alla scuola di suo figlio per fotografarlo, ad esempio, è una violenza che non accetto».

Iacopino sottolinea che riprendere la sindaca «mentre butta l'immondizia nei secchioni, fa parte del gossip (deteriore, a mio avviso) e non dell'informazione». Ma poi le chiede: «È sicura che certa ironia sul lavoro dei giornalisti, le liste dei buoni e dei cattivi, l'indignazione invece delle risposte, la sterile denuncia di complotti senza argomentazioni (vedo già la valanga degli insulti dei suoi supporter) aiutino a ristabilire un clima civile? Penso di no. Credo che chi ha responsabilità debba accettare critiche e dare risposte».

«Lei, signora sindaca - argomenta ancora Iacopino - ha il diritto di essere rispettata.
Ma ha diritti alla privacy attenuati, come tutti coloro i quali hanno funzione pubblica. E deve accettare di essere giudicata. Per le scelte che ha proposto e che si sono rivelate fallimentari. Per quelle che ha fatto e che, in qualche caso, destano legittime perplessità. Per quelle che farà e che debbono essere sottoposte al controllo e alla valutazione dei cittadini che hanno il diritto di conoscere ogni particolare utile. Cosa che può avvenire solo attraverso il lavoro dei giornalisti che hanno il dovere, il dovere, di raccontare i fatti». Per il presidente dell'Ordine, «la trasparenza va praticata, non predicata». «Basta parole, Sindaca», conclude.

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