Roma, la rabbia dei consiglieri grillini: in 80 giorni hanno scelto lo staff

Raggi e Muraro
di Fabio Rossi e Raffaella Troili
3 Minuti di Lettura
Giovedì 8 Settembre 2016, 09:35
E' il giorno della rabbia dei consiglieri comunali. E della delusione dei dipendenti. In mezzo una città imbalsamata. I volti sono tesi, i primi rimproverano la Raggi per come ha gestito il caso Muraro: «Non siamo stati informati». E chiedono di essere «coinvolti di più in tutte le decisioni dell'Amministrazione». Non solo: ce l'hanno con il direttorio: «Deve lasciare più spazio di manovra alla sindaca, non può essere guidata dall'alto».

E soprattutto «continuano a chiedere alla Raggi «un cronoprogramma di cose da affrontare in assemblea capitolina nelle prossime settimane». Perché fino ad oggi non c'è uno straccio di delibera su cui discutere, niente da votare, niente da fare. Il malessere contagia tutti, è settembre e i dipendenti si guardano intorno: «Siamo cittadini anche noi. Ci dispiace vedere Roma ridotta così». Scappano via, poche parole, ma se potessero dire... L'amministrativo, il vigile, il custode, ne hanno viste tante, «sto qui da 20 anni, c'era Rutelli, ma quello che ho visto negli ultimi tre anni...», mormora un vigile che sembra una statua. «Come si sta? Si sta male - ecco un dipendente del Dipartimento risorse umane - stiamo male come tutti i romani, da Marino in poi.

Negli altri enti hanno rinnovato i contratti, il nostro è fermo da 8 anni». Si avvicina un altro: «Il nostro lo facciamo ma non si lavora serenamente, abbiamo la vertenza del contratto in sospeso, le posizioni organizzative (figura intermedia tra funzionari e dirigenti) scadute a fine luglio. Tutto fermo». E ancora, un'impiegata: «La macchina è ferma come Roma. Non si vede una partenza. Il clima è teso, c'è nervosismo diffuso negli uffici».
 
«NESSUN PROVVEDIMENTO»
Campidoglio e area archeologica sembrano un tutt'uno, non c'è differenza tra la cartolina antica e ferma dei Fori imperiali e il palazzo del governo della città. Sospesi, immobili, inglobati come non mai, sensazione sgradevole, come di un grande allestimento teatrale, finto, senza vita, senza le proteste, i sit-in, la bagarre che fanno parte del gioco. «Un'affresco triste, al rientro dalle vacanze», dice una dei 25mila dipendenti prima di tornare a casa. «L'unico provvedimento approvato, basta andare sul sito del Comune è quello sulle nomine degli staff. Stop. Di concreto per la città finora niente. Non si parte». L'aria è precaria, da troppo tempo ormai.

«Io non sono di Roma, ma mi dispiace per questa città che amo tanto», sussurra un custode, e chiosa con il classico «ci sarebbe da scrivere un libro». Ma non si sblocca nulla, la città rischia di perdere colpi, «Che aria tira? - sorride una giovane donna, uscita da Palazzo senatorio - stasi e confusione. Quello che percepite anche voi dall'esterno, siamo cittadini anche noi». Le luci dell'anticamera dell'ufficio del sindaco sono ancora accese, sotto la sua macchina, i consiglieri vanno via alla spicciolata, i turisti si aggirano stralunati e incantati. I curiosi temporeggiano sulle gradinate, i dipendenti scappano via turbati. Una bambina corre intorno al palazzo, «chissà perché il sindaco non scende? - chiede alla mamma - voglio fotografarla. Forse perché ci sono tutte queste persone, peccato».

«ANCORA SI PARLA DI NOMINE»
Alla fine si accontenta di immortalare un gatto, di quelli soriani, romani doc. Il volto dei dipendenti è quantomeno perplesso, «siamo in balìa di quello che vediamo accadere e leggiamo». Peccato, che ancora «si parla di nomine e non della città, dell'Atac, del sociale». E' il rammarico in sintesi dei dipendenti capitolini. «Si respira la novità - va più tenera un'altra impiegata - ma anche sbandamento. La macchina è molto complessa, siamo ancora agli adempimenti di inizio mandato». La maggior parte dei dipendenti scuote la testa, fa un sorriso e scappa via. Ma è un sorriso amaro, preoccupato. Non basta quel tramonto mozzafiato che si staglia sopra la piazza ad allontanare la cappa oppressiva, che aleggia sopra al Campidoglio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA