Roma, intervista a Marcello De Vito: «Il tagliando alla giunta solo a giugno»

Roma, intervista a Marcello De Vito: «Il tagliando alla giunta solo a giugno»
di Ernesto Menicucci
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Martedì 29 Novembre 2016, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 14:30
Palazzo Senatorio, terzo piano, la vista sui Fori da quassù è anche migliore di quella del famoso balconcino del sindaco. Nella stanza di Marcello De Vito, presidente dell'Assemblea Capitolina, c'è un gran via vai: arriva pure, a sorpresa, il neo segretario generale del Comune Paolo Mileti, per una riunione urgente. De Vito è in piedi, camicia bianca senza giacca e senza cravatta: mentre risponde alle domande più delicate passeggia su e giù.

De Vito, quando arriva in aula Giulio Cesare il Bilancio?
«Tra dieci giorni, dopo il parere della commissione. Lo approveremo entro il 31 dicembre».

Ci saranno anche i debiti fuori bilancio?
«L'assessore Mazzillo li sta vagliando uno ad uno. La cosa importante è che vareremo il previsionale entro la fine dell'anno precedente e non di quello dopo come accaduto con Alemanno nel 2012 e Marino nel 2013».

Vi aspettate un aiuto da parte del governo sugli extra?
«Siamo disponibili ad un dialogo con Palazzo Chigi. Ci auguriamo che non si voglia giocare una partita politica su Roma a scapito dei cittadini. Sarebbe un comportamento irresponsabile».

Il premier Renzi, però, ieri ha detto di essere pronto a discutere del patto su Roma, ma che i soldi non possono essere quelli delle Olimpiadi che venivano dal Cio. Cosa rispondete?
«Che il Cio avrebbe messo a disposizione 1,7 miliardi. Gli altri, circa 4 miliardi era il piano di investimenti per la città previsto dal governo. Se la volontà di Renzi è concreta, confermi quell'impegno. Altrimenti è solo facciata».

Come sono i rapporti tra voi e Palazzo Chigi?
«Diciamo che finora il governo non ha manifestato verso Roma l'interesse che la Capitale del paese merita».

Esempi concreti?
«Le parole del sottosegretario Rughetti sulla vicenda salario accessorio. Oppure la mozione votata al Senato perché il governo intervenga su Atac e la privatizzi, dopo che il Pd l'ha spolpata per anni».

Siete contrari alla partnership di Ferrovie dello Stato con l'azienda dei Trasporti?
«Atac deve rimanere al 100% del Comune: va resa efficiente, eliminando gli sprechi e facendo una verifica sulle entrate».

Ma perché non avete ancora fatto una proposta sul recupero dell'evasione tariffaria?
«L'Atac ci sta lavorando. Immagino che andrà tutto a punto in tempi ragionevoli».

Le inchieste su Muraro e Marra la preoccupano?
«Come abbiamo sempre detto, se emergeranno seri profili di responsabilità si interverrà. Ad oggi parliamo di ipotesi».

Ma la nomina di Marra, secondo lei, è in linea coi principi del Movimento Cinque Stelle?
«Marra è un dirigente del Comune ed è normale che in ruoli strategici si facciano scelte improntate alla fiducia personale».

Sulla composizione della squadra però ci sono stati molti problemi: dimissioni, liti nel Movimento, le frasi della Lombardi...
«Qualche scelta non ottimale l'avremo anche fatta all'inizio. Siamo tutti uniti e questo ci dà forza».

C'è un errore commesso che si poteva evitare?
«Io avrei portato nella squadra di governo una figura come Daniela Morgante, con la quale c'erano stati dei contatti».

Dica la verità: non è stata una partenza lenta la vostra? In fondo sono già quasi sei mesi che governate...
«In realtà quasi cinque. Comunque avviare una macchina così complessa non è semplice. E non si può certo partire in quinta, specie se hai 13 miliardi di debiti arretrati, una tassazione altissima, un livello non adeguato di servizi».

I problemi di Roma sono noti. Ma voi cosa avete fatto finora?
«Intanto abbiamo acquistato 150 nuovi bus...».

Ma non era la fornitura prevista dal commissario Tronca?
«Sì, ma abbiamo sbloccato le procedure che si erano completamente arenate, altrimenti non sarebbero mai arrivati».

Poi?
«Abbiamo dato 10 milioni in più ai Municipi per le strade, tagliato i costi della politica riducendo i comandi dalle altre amministrazioni e le commissioni consiliari, abbiamo risolto la questione salario accessorio e aumentato il piano assunzionale dei dipendenti. Inoltre abbiamo ottenuto coi bandi sulle periferie decine di milioni di euro».

Soldi del governo, quelli.
«Ma noi abbiamo agito per tempo».

Ci faccia capire: sullo stadio della Roma siete diventati favorevoli?
«Votammo no perché eravamo contro quel masterplan che prevedeva solo il 14% di cubature per lo stadio. Oggi c'è una delibera incardinata, una conferenza dei servizi in fase avanzata, esiste la continuità amministrativa. C'è un dialogo costruttivo con la Roma, credo che si possa migliorare il progetto nell'interesse dei cittadini, riducendo le cubature anche all'interno del procedimento in corso».

Quando, secondo lei, si potrà tirare un primo bilancio politico dell'amministrazione di M5S?
«La consiliatura dura 5 anni. Ma già dopo un anno vedremo gli effetti su trasporto e rifiuti».

Perché Roma è 88esima in classifica per qualità della vita?
«È il frutto di come è stata amministrata negli ultimi 20 anni da centrosinistra e centrodestra, e poi di Mafia Capitale. Il nostro compito è farla risalire».

Ma la lobby dei frigoriferi abbandonati esiste ancora?
«Nessuno ha parlato di lobby dei frigoriferi abbandonati ma di un problema sugli ingombranti. In ogni caso esiste anche un lavoro di educazione da fare con i cittadini. Intanto proprio oggi (ieri, ndr) l'assessore Muraro ha annunciato il nuovo piano sui rifiuti».

Claudio Ranieri, tecnico del Leicester, dice che i romani devono ritrovare un po' di orgoglio civico. D'accordo?
«Sicuramente l'insegnamento del Leicester è che si vince lavorando tutti insieme, come una squadra. E oggi la nostra squadra è più compatta».

Se vince il No al referendum che accade il 5 dicembre?
«Speriamo che Renzi tenga fede a quanto detto e che si dimetta».

Eppure in molti giurano che anche al vostro interno ci sarà un regolamento di conti o comunque la verifica di cui parlò Beppe Grillo.
«Il tagliando? Lo dite voi. Noi lavoriamo. Le polemiche le lasciamo agli altri».

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