Roma, caos per la Raggi: Muraro già indagata da 3 mesi per abuso d’ufficio

Roma, caos per la Raggi: Muraro già indagata da 3 mesi per abuso d’ufficio
di Valentina Errante
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Domenica 4 Settembre 2016, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 07:50

ROMA Il nome di Paola Muraro è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma prima che la super consulente Ama diventasse l’assessore all’Ambiente della giunta Raggi. Anzi, quando la giunta Raggi non esisteva affatto e la sindaca pentastellata era una promessa della politica: più di tre mesi fa. Al momento le contestazioni all’assessore si limitano al concorso in abuso d’ufficio e ad alcuni reati ambientali, anche se le indagini riguardano un pesante contesto di collusioni e corruzione, un’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e alla frode. E mentre Paola Muraro si dice tranquilla e il suo avvocato, Salvatore Sciullo, ribadisce di non avere ricevuto alcuna informazione di garanzia, la notizia della sua iscrizione potrebbe essere ufficializzata già domani alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle Ecomafie, dove l’assessore ha chiesto di essere ascoltata. 
 
GLI ESPOSTI DI FORTINI
Era l’aprile del 2014 quando il pm Alberto Galanti ha cominciato ad esaminate gli esposti del nuovo presidente della municipalizzata Daniele Fortini: un lungo elenco di irregolarità. All’epoca il direttore generale Ama era ancora Giovanni Fiscon che, qualche mese dopo, sarebbe finito in manette nella maxi-inchiesta su Mafia Capitale. Sono almeno quattro i fascicoli coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino, Paolo Ielo e dal pm Alberto Galanti, e le ipotesi di reato sono pesanti: associazione a delinquere, truffa ai danni dell’Ama, frode nelle pubbliche forniture e traffico illecito di rifiuti. Un’inchiesta rimasta in sordina fino a luglio scorso, quando la Muraro, appena nominata assessore, ha deciso di fare un blitz nell’impianto di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia e, a fronte del collasso delle strutture Ama, ha sollecitato la riapertura del tritovagliatore, chiuso dallo scorso marzo, di proprietà del ras delle discariche Mario Cerroni.

Da qui lo scontro con Fortini, lo scambio di accuse e la notizia che quell’impianto, al centro di un’inchiesta, aveva portato la magistratura a sequestrare tutta la documentazione. Di fatto, i sospetti dell’oramai ex presidente Ama su Muraro erano stati resi noti ai pm nel luglio 2015 e riguardavano proprio il ruolo della consulente, responsabile del protocollo europeo sull’inquinamento e i suoi rapporti con la Mad, un’associazione di imprese che vedeva come capofila la Paoletti Ecologia, destinataria, per contratto, dei Tmb Ama. Dalla società era arrivata una contestazione rispetto ai codici, cioè alla qualità dei rifiuti smaltiti, certificati proprio dalla Muraro. Da lì erano partite le indagini del Noe dei carabinieri e del comando provinciale della Guardia di finanzaza, con accertamenti su tutti i Tmb approvati dalla superconsulente, i suoi rapporti con il ras delle discariche Mario Cerroni e i compensi ottenuti in altri incarichi.

LA COMMISSIONE
Dopo tanto battage e la promessa di grandi rivelazioni alla Commissione parlamentare sulle Ecomafie, annunciata per domani, Paola Muraro potrebbe chiedere la secretazione degli atti. Sempre che l’appuntamento, in calendario per le 17, non salti per la diversa posizione dell’assessore, oramai indagata, ma ancora attesa insieme al sindaco Virginia Raggi. Di fatto, in questi due mesi la procura ha tentato in tutti i modi di evitare di confermare una notizia che circolava da tempo, ossia l’iscrizione del nome dell’assessore nel registro degli indagati. Fino a due giorni fa, quando l’appuntamento con la commissione parlamentare avrebbe costretto i pm a rivelare la posizione della Muraro.
 

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