Gli strumenti previsti dal piano rom vanno dagli alloggi popolari al contributo per l'affitto che può arrivare fino a un massimo di 800 euro al mese. All'assistenza comunale però, ha spiegato più volte il Campidoglio, avranno diritto soltanto le famiglie con i redditi più bassi, che verranno certificati insieme a Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate.
IL FLOP DEL BANDO
Questa è la strategia definita dalla giunta M5S, che ha cercato invano per mesi un posto dove trasferire le 100 famiglie che oggi abitano nei container di via della Tenuta Piccirilli: a luglio era anche stato pubblicato un bando di gara per il «reperimento di un'area attrezzata nel territorio del municipio XV»; bando sospeso e poi riconfermato, fino a quando il 31 marzo, all'apertura delle buste, si è scoperto che l'unica offerta arrivata in Comune era stata presentata dalla stessa organizzazione che aveva gestito la baraccopoli da smobilitare.
Serviva quindi un'alternativa strutturale. La delibera votata ieri dal Campidoglio permetterà di attuare «in via sperimentale», da oggi fino al 31 dicembre 2018, «le azioni e gli interventi elaborati nel Piano di Indirizzo di Roma Capitale per l'inclusione delle popolazioni Rom in favore dei circa 430 ospiti» presenti al Camping River.
I TEMPI
Per tre mesi, spiegano dal Comune, «in collaborazione con l'attuale organismo gestore, partirà l'applicazione delle misure di inclusione previste dal piano, che andranno di pari passo con le verifiche reddituali e patrimoniali». L'assessore alle Politiche Sociali, Laura Baldassarre, si augura che «la soluzione intrapresa sia la più efficace. In coerenza con quanto previsto dal nostro programma, procediamo verso un percorso di superamento dei campi rom legato al rispetto di diritti e doveri», sostiene.