Roma, paralisi in Comune: «Servizi fermi». Incognita Bilancio, imbarazzo nel M5S

Roma, paralisi in Comune: «Servizi fermi». Incognita Bilancio, imbarazzo nel M5S
di Simone Canettieri
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Martedì 13 Settembre 2016, 08:42
«Prima nomineremo l'assessore al Bilancio, poi ci sarà la convocazione del consiglio comunale». Così hanno parlato ai capigruppo il presidente Marcello De Vito e Paolo Ferrara, a capo della flotta pentastellata. Ergo, prima la giunta Raggi dovrà uscire dalla crisi, poi potrà riconvocare l'assemblea capitolina. Che è ferma alla seduta del mitico 1° settembre, giorno delle dimissioni a catena: cinque addii «pesanti» in poche ore.

LA DIFESA
Dunque è tutto incatenato - o meglio «bloccato» secondo le opposizioni - in Campidoglio: i destini dell'esecutivo si abbracciano a quelli della maggioranza che siede in Aula Giulio Cesare. Il giorno buono per rivedere i consiglieri comunali la lavoro sarà martedì prossimo, il 20 settembre, vigilia dell'autunno. Quel giorno - teoricamente - la sindaca Virginia Raggi dovrebbe anche presentarsi in consiglio comunale per riferire sulla situazione politica, che ha portato alle dimissioni di Marcello Minenna e alla revoca-lampo del suo sostituto Raffaele De Dominicis, solo per parlare della casella bilancio. La capogruppo del Pd Michela Di Biase attacca: «Il presidente De Vito non ha accolto le richieste delle opposizioni che chiedevano di calendarizzare i lavori d'aula, non è accettabile questo stallo sui lavori per la città che dura da 15 giorni». C'erano proposte concrete, ha ricordato l'esponente del Pd, «ma il presidente non intende convocare il consiglio comunale con la motivazione che non c'è l'assessore al Bilancio».

Quindi niente aula per evitare il confronto? «È qualcosa mai accaduto», continua Di Biase. Che conclude: «De Vito non è in grado di dare assicurazione sui tempi per la nomina, visto che non è in grado neanche di convocare il consiglio comunale». Al presidente dell'Aula dunque il ruolo di parafulmine, anche se come ricordano molti consiglieri grillini, finora gli unici atti da movimento - non proprio tanti, eh - sono arrivati dal consiglio comunale.

GLI AFFONDI
Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini è lapidario: «E' assurdo, il consiglio è fermo per l'inadeguatezza dei Cinque stelle. Ma la città non può aspettare, le priorità si affastellano. A partire dai trasporti». La crisi c'è, i consiglieri di maggioranza hanno voglia zero di parlare - uscito dai radar il capogruppo Paolo Ferrara. al suo telefono adesso risponde una collaboratrice - l'opposizione si diverte a picchiare. Stefano Fassina di Sinistra italiana: «È preoccupante - ha detto Fassina - il blocco dei lavori perché ci sono delibere che assegnano risorse. Faccio appello al sindaco di completare presto la squadra e di venire in consiglio non a polemizzare ma per individuare soluzioni per la città». Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia dà uno sguardo più generale: «Partecipo al consiglio comunale di Roma e vedo da parte dell'Amministrazione Raggi molto pressapochismo e un certo grado di presunzione, che mi spaventano». Ecco, conclude Meloni: «Se la cantano e se la suonano, insomma».

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