Roma, consiglieri comunali, via l'onorevole: la mossa anti-casta di M5s

Roma, consiglieri comunali, via l'onorevole: la mossa anti-casta di M5s
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 29 Agosto 2016, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 19:37
Per gli studiosi della lingua si chiama «enantiosemia». Quando una parola, nel corso del tempo, assume un significato opposto a quello originario. In tempi recentissimi, tempi di anti-politica arrembante, tocca agli «onorevoli». Senza rievocare Totò e la scena cult del «Ma mi faccia il piacere!» rifilato al deputato Trombetta nel vagone letto del treno, perfino la Treccani si è interrogata sul progressivo «degradarsi» del vocabolo, in un articolo titolato significativamente «Onorevole sarà lei!».

Vecchio dogma del grillismo delle origini - alla Camera da anni c'è una proposta del M5s per abolire il titolo - ora viene ripresentato dai Cinquestelle romani, a pochi mesi dalla conquista del Campidoglio. Perché i consiglieri comunali di Roma - forse in pochi lo sanno - sono gli unici in Italia a fregiarsi dell'appellativo riservato ai deputati.

 

DOPO LE AUTO BLU
Proposta estemporanea? Boutade estiva? Macché, il presidente dell'Assemblea Capitolina, Marcello De Vito ha deciso di fare sul serio. E dopo avere dato una sforbiciata alle auto blu, ha preso carta e penna per scrivere agli uffici del Consiglio comunale. Obiettivo: individuare il percorso normativo più adatto per mettere al bando definitivamente l'odiato soprannome. Un modo, forse, utile anche a serrare i ranghi e accantonare le divisioni interne sui maxi-stipendi ai collaboratori della giunta Raggi.

A dire il vero, da quando l'amministrazione M5s ha messo piede a Palazzo Senatorio, alla fine di giugno, in tutte le sedute dell'Assemblea gli eletti vengono già chiamati dai banchi della presidenza come «consiglieri». Insomma, il titolo onorifico, anzi «onorevole», è già stato proscritto nella sostanza. Ora però - perché la politica è anche questione di simboli - è destinato a scomparire anche in via ufficiale. Con tanto di provvedimento dell'Assemblea.

IL «SOTTOPANCIA»
Sparirà quindi dalla carta intestata dei 48 consiglieri, dai biglietti da visita, dalle targhe affise negli uffici degli eletti, dal «sottopancia» nelle dirette tv del Consiglio comunale. E anche dai manifesti dove qualche politico, sfidando quegli umori «anti-casta» ormai ben radicati anche nella Città eterna, ancora adopera l'«on.» davanti al cognome.
 
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