Roma, per il Bilancio l'ipotesi di una donna. È fuga di candidati

Raggi
di Simone Canettieri
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Martedì 13 Settembre 2016, 09:00
Si contano i «no» più che i «sì», al momento. Finora, tra smentite «e non mi interessa», il balletto sull'assessore al Bilancio ha prodotto una prima scrematura: di rifiuti. «I 14 candidati» della settimana scorsa sono diventati «meno dieci», sempre secondo il Comune. La lista dei sondati, contattati, blanditi e comunque fatti girare per un po' comprende i nomi di Mario Canzio, storico capo della Ragioneria dello Stato, Maurizio Salvi, omologo del Comune con Alemanno e addirittura Francesca Balzani, già donna dei conti a Milano con l'amministrazione arancione di Pisapia. Questi tre nomi, agganciati con modi e da mondi diversi, hanno declinato per varie ragioni l'invito della Raggi.

Attenzione: bisogna trovare qualcuno che si sieda sulla poltrona abbastanza rovente che è stata per meno di sessanta giorni di Marcello Minenna e per 24 ore di Raffaele De Dominicis. E deve farlo a prezzi popolari per la politica: 3mila euro al mese di stipendio (e 3 milioni di responsabilità). Canzio, 69 anni e grand commis di Stato, ha fatto arrivare al Campidoglio il suo «no, grazie». Che sembra abbastanza definitivo. Salvi, nominato a capo della Ragioneria ai tempi del commissariamento del debito con Alemanno nel 2008, ha ammesso «di non essere stato contattato» almeno direttamente dalla sindaca. Ma non vuole sbilanciarsi di più. In compenso, tra i nomi che girano vorticosi in quella è che una corsa contro il tempo piena di ostacoli rimangono in campo, un po' per strategia e un po' per verità, l'economista Nino Galloni e il giudice della Corte dei Conti Salvatore Tutino.

LE QUOTAZIONI
Sembrano salire, non si sa però quanto, le quotazioni dell'avvocato e commercialista ciociaro Massimo Zaccardelli, già revisore dei conti in Campidoglio durante l'amministrazione Marino: «Ho mandato il curriculum e ho saputo che lo stanno valutando», ha detto. «Ma potrebbe essere anche una donna», dicono dal Comune per confondere un po' le acque e far vedere che in fin dei conti l'asso nella manica c'è.

Di sicuro non sarà Daniela Morgante, già assessore al Bilancio della giunta Marino, che si palesò in Campidoglio a luglio durante i faticosi giorni, e la storia si ripete, dell'allestimento della squadra. Per un certo senso il tempo non si è fermato. E siamo ancora, anzi di nuovo, ai «curricula da vagliare» formula un po' vuota che dice tutto e niente. E così a Palazzo Senatorio ogni giorno è quello buono per la fumata bianca. Non è stato ieri, e difficilmente sarà oggi. Intanto il consiglio comunale è chiuso per crisi. «I tempi saranno ragionevolmente rapidi anche per fare le opportune verifiche - dice il presidente M5S dell'Assemblea capitolina Marcello De Vito -; dai colloqui che sono in corso sono tutte persone estremamente valide e la scelta verrà fatta in tempi brevi». Prima del consiglio convocato il 20 settembre, assicura.

LE ALTRE NOMINE
All'appello mancano ancora altri due pezzi: l'assessore alle partecipate (delega che dopo Minenna la Raggi ha deciso di scorporare) e il capo del gabinetto, a seguito dell'addio abbastanza rumoroso di Carla Raineri. In parallelo, Ama e Atac, attendono ancora i principali manager. Insomma, una corsa contro il tempo con tanti tasselli del mosaico da mettere in ordine. C'è da stare tranquilli? «Non sono preoccupata, è importante avere una squadra forte e coesa. È importante scegliere con molta attenzione», è la versione dell'assessore Laura Baldassare, protagonista più o meno a sua insaputa, di un record: ieri pomeriggio ha tenuto in Campidoglio la prima conferenza stampa dell'«era Raggi».
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