Roma, scandalo affitti comunali: «Irregolari 9 inquilini su 10»

Roma, scandalo affitti comunali: «Irregolari 9 inquilini su 10»
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 15 Gennaio 2017, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 07:48

Finti poveri con cinque case intestate e l'appartamento popolare, morosi, occupanti abusivi entrati sfondando la porta, residenti che si sono allargati senza chiedere il permesso a nessuno. Quasi il 90% delle case popolari gestite dal Comune di Roma ha inquilini irregolari. È quanto emerge da una relazione elaborata dai tecnici del Campidoglio, finita negli uffici della Commissione Patrimonio e dell'assessore Andrea Mazzillo.

Le perlustrazioni avviate dagli esperti comunali negli ultimi dieci mesi hanno scoperchiato il solito (desolante) vaso di Pandora: una sfilza di irregolarità, tra abusi edilizi, occupazioni senza titolo, canoni mai pagati da anni, affittuari a prezzo agevolato che però avevano scavallato ampiamente le fasce minime di reddito fissate dalla legge. A impressionare gli stessi ispettori sono le proporzioni delle scorrettezze riscontrate. «Ogni mese si legge nel rapporto vengono realizzate circa 25 istruttorie tecnico/amministrative sulle unità immobiliari». Ma di queste soltanto «tra le 3 e le 5 risultano idonee per la certificazione». Poco più del 10%.

LE VERIFICHE
Non parliamo, in questo caso, delle case affittate a prezzi stracciati in pieno centro storico quelle con vista Colosseo e Fori imperiali, per intenderci, su cui aveva puntato il mirino l'ex commissario Francesco Paolo Tronca. Ora le verifiche si sono allargate. Sotto la lente di Palazzo Senatorio sono finite le case dell'Edilizia residenziale pubblica. I tecnici che si occupano del patrimonio comunale da mesi setacciano ogni tipo di documento, bussando porta per porta, per verificare se il reddito annuale corrisponde ai paletti fissati dalle normative nazionali, ma anche se gli inquilini hanno tutte le certificazioni in regola. E quasi sempre l'esito dei controlli è negativo.

Qualche numero: ad aprile sono stati ispezionati 29 immobili, ma solo 9 inquilini avevano i contratti regolari. A maggio su 35 appartamenti perlustrati, i residenti in regola erano appena 5. A giugno su 40 verifiche, solo per 3 si è acceso il semaforo verde; a luglio solo in 5 casi su 24. Ad agosto in 1 caso su 14; a settembre in 6 su 25 immobili controllati. E la lista è lunga.

IL BOOMERANG DELLE VENDITE
Il dossier recapitato negli uffici della Commissione Patrimonio racconta anche il flop della vendita delle case popolari agli inquilini intenzionati a sfruttare il diritto di prelazione (con un prezzo di favore). La procedura è partita ormai quasi dieci anni fa, tra il 2008 e il 2009, quando ai residenti vennero spedite 4.600 proposte. Ad accettare l'offerta del Comune, l'anno successivo, furono 3.200 inquilini, che versarono nelle casse di Palazzo Senatorio un acconto da 2mila euro ciascuno. Alla fine, però, hanno confermato la disponibilità all'acquisto soltanto 1.561 residenti. Meno della metà del totale. Il Campidoglio a quel punto è stato costretto a stracciare i vecchi assegni e a rifondere della caparra i rinunciatari. Pagando rimborsi per oltre 3 milioni di euro.

Non che le aste siano andate meglio. Nei documenti in possesso della Commissione viene ricostruita la vicenda del bando (a dir poco fallimentare) che ha messo sul mercato 21 immobili. L'asta del 24 ottobre scorso, come ha raccontato il Messaggero, è andata praticamente deserta: «Sono state ricevute solo 2 buste con le offerte, di cui una non valida». Alla fine l'unico immobile che il Comune è riuscito a piazzare è stato un terreno a Ciampino, il lotto meno costoso, 20mila euro scarsi. Tutti gli altri immobili negozi a due passi da Campo de' fiori, appartamenti da viale Mazzini all'Esquilino - sono rimasti invenduti. Anche perché erano quasi tutti ancora occupati.

lorenzo.decicco@ilmessaggero.it

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