Rifiuti, bufera sulla Muraro. Consulenze, imbarazzo M5S

Rifiuti, bufera sulla Muraro. Consulenze, imbarazzo M5S
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
4 Minuti di Lettura
Domenica 31 Luglio 2016, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 07:46

Il Pd la chiama «monnezzopoli». Il M5S ufficialmente si difende: «I vostri attacchi sono medaglie al valore». In mezzo c'è lei Paola Muraro, l'assessore all'Ambiente della giunta Raggi, che dietro le quinte sta imbarazzando i vertici pentastellati. Da Beppe Grillo a Davide Casaleggio, passando per i vari direttori. Tutti in silenzio e in attesa di «sviluppi». Sul piatto - oltre al piccolo particolare della Capitale che non riesce a uscire dall'emergenza rifiuti nelle strade - ci sono i trascorsi della Muraro: dodici anni da consulente all'Ama (pagati oltre 1 milione di euro), un contenzioso sempre con la municipalizzata (da 200 mila euro) e un'inchiesta che è appena deflagrata. La linea del «Raggio magico», per ora, è all'insegna della difesa a oltranza in attesa di capire le mosse della Procura.

Il Pd, a tutti i livelli istituzionali, chiede le dimissioni dell'assessore. Alessia Morani, vicepresidente dem alla Camera, va giù duro: «Oltre un milione di euro per consulenze all'Ama per la neo assessora. Legami tutti da chiarire con la gestione dei rifiuti nella Capitale. Il vento che si pretende stia cambiando a Roma è un vento che riporta indietro a periodi torbidi. Muraro può rimanere ancora al suo posto dopo le sconcertanti vicende emerse in questi giorni?». La capogruppo in Comune, Michela Di Biase, chiede che domani la sindaca riferisca in Consiglio comunale. Le critiche sono trasversali. E vanno da Stefano Fassina («Stiamo parlando dell'assessore che spara su Ama dopo averci lavorato 12 anni») fino a Giorgia Meloni («E' questa la discontinuità con il passato?»). La sindaca Raggi parla di altro - si vanta di aver bloccato la delegazione capitolina alle Olimpiadi per risparmiare, anche se il viaggio era a carico del Cio - gli esponenti di spicco del M5S romano attaccano il Pd, ma senza parlare nel merito dell'assessore. Marcello De Vito, presidente del Consiglio comunale e molto vicino alla deputata Roberta Lombardi, annuncia: «Vogliamo rimettere in moto Ama». Il capogruppo in Aula Giulio Cesare, Paolo Ferrara, dice che «la città è con noi: abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora». Ma insomma, tutti si tengono alla larga dall'assessore all'Ambiente. Anche se le chat dei grillini, da Roma a Milano fino a Genova sono roventi.
 

LETTERA A BOLDRINI E GRASSO
Dai lanci di agenzia, la polemica politica arriva anche nel cuore del Parlamento. Dove il Pd, insieme alla Lega, ha messo nel mirino Stefano Vignaroli, il deputato M5s (compagno di Paola Taverna) appena entrato nel Direttorio romano che affianca la sindaca Raggi. La vicenda è nota: il parlamentare grillino ha incontrato, ancora prima dell'insediamento della giunta, alcuni esponenti del gruppo Colari di Manlio Cerroni insieme alla Muraro. Peccato che sia anche vicepresidente della Commissione d'inchiesta sui rifiuti, che indaga su Roma. Per questo ora i dem e il Carroccio ne chiedono le dimissioni. Non solo tramite comunicati stampa: è già stata inviata una lettera ai presidenti della Camera e del Senato, Boldrini e Grasso, per chiederne la rimozione dall'organismo ed evitare «un chiaro conflitto d'interesse». Una missiva inviata anche al presidente della bicamerale Ecomafie, Alessandro Bratti (Pd).

LA RELAZIONE
La stessa Commissione che, martedì, ascolterà il presidente dimissionario dell'Ama, Daniele Fortini. Che sta limando una relazione per denunciare le «anomalie» negli impianti di trattamento dei rifiuti. Sia quelli dell'Ama (che per 12 anni sono stati sotto la supervisione della Muraro) sia quelli di Manlio Cerroni, compreso il tritovagliatore di Rocca Cencia, ora finito al centro di un'inchiesta della Procura, ma fino a qualche giorno fa suggerito con grande insistenza proprio dalla Muraro per portare la Capitale fuori dall'emergenza. Nel suo rapporto, Fortini parlerà anche del rischio di infiltrazioni della malavita in un settore che muove un giro d'affari di 2 miliardi in dieci anni. «Roma è in condizione di estrema precarietà e fragilità - ha detto ieri - se non ci sono correzioni strategiche e infrastrutturali, c'è un formidabile rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. La commissione bicamerale deve innalzare il livello di guardia».