Renzi-Raggi, prove di tregua Sul tavolo il nodo del debito del Comune di Roma

Renzi-Raggi, prove di tregua Sul tavolo il nodo del debito del Comune di Roma
di Marco Conti
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 19:35

ROMA «Programmerò un incontro con il presidente del Consiglio». Prove di dialogo tra Matteo Renzi e Virginia Raggi che ieri ha sostenuto di voler salire presto le scale di palazzo Chigi. L'incontro non è ancora in agenda ma i segnali di fumo che i due si sono scambiati capovolgono le attese e segnano un reciproco interesse.
 

 


SCADENZE
Quale? Non è servito molto tempo alla sindaca di Roma per comprendere che la situazione di Roma, schiacciata da un debito colossale e da emergenze infinite, necessita di aiuti straordinari che solo il governo potrebbe concedere. Ammonta e più di un miliardo di euro il debito ordinario di Roma Capitale e mezzo miliardo è la cifra che il Comune deve rimborsare ogni anno, tra interessi e cedole, per i 13 miliardi e mezzo di debiti contratti dall'amministrazione e gestiti da Silvia Scozzese, commissario straordinario per il piano di rientro, già assessore al Bilancio della giunta Marino. Le addizionali Irpef sono già ai massimi e il Comune non ha i soldi che dovrebbe dare ad Atac, Ama e ad Equitalia. Obiettivo e speranza della Raggi sarebbe la rinegoziazione o l'allungamento della scadenze dei debiti che in molti casi soffrono anche per interessi ben superiori al mercato attuale. Una richiesta non facile da realizzare visto che ormai il debito è nelle mani del ministero dell'Economia e che potrebbe spingere la sindaca verso richieste più pratiche che attengono al ruolo di Roma Capitale e alle esigenze della città.

Poiché «il post partita delle amministrative è finito», come ha spiegato Renzi ieri dai microfoni di Rtl, «facciamola lavorare» la Raggi. «Ha vinto lei! A quelli del Pd giustamente rode», sottolinea il premier, «ma non è che siccome ha vinto lei, dopo 15 giorni ti metti a criticare». L'atteggiamento super costruttivo del presidente del Consiglio risponde ad una logica istituzionale ma cela anche l'interesse tutto politico di non voler offrire sponde polemiche al M5S. Non solo, la disponibilità del premier parla direttamente all'elettorato romano pentastellato che tra qualche mese sarà chiamato a esprimersi sul referendum costituzionale. Per la vittoria del sì Renzi conta molto sull'elettorato grillino che da sempre critica i costi della politica che la riforma abbatte sopprimendo il Senato, il Cnel e i mega-stipendi dei consiglieri regionali. Nessuna contrapposizione preconcetta, quindi, e massima disponibilità a siglare anche con Roma quel patto che ieri ha promesso di firmare con il sindaco di Milano, Sala. Ovviamente palazzo Chigi si attende che la Raggi arrivi a palazzo Chigi con un elenco di priorità sulle quali poter ragionare riconoscendo il ruolo di Roma senza per questo discriminare altre città. Una strada che lo stesso Renzi ha provato a battere giusto un anno fa con l'allora sindaco Marino, proponendo, in un lettera pubblicata proprio su questo giornale, un piano di opere in vista del Giubileo.

 

DEBITI
Alle parole di pace del premier, che hanno preso in contropiede il Pd capitolino, la Raggi ha risposto uscendo dalla riunione dell'Anci: «Dobbiamo tutelare al meglio l'interesse dei cittadini indipendentemente dal colore politico e dalla convinzione politica». L'ascia di guerra torna sotto terra e permetterà al presidente del Consiglio di rilanciare il percorso delle Olimpiadi 2024 dove Roma «è in pole position». Un'occasione, quella olimpica, per modernizzare la città che la sindaca potrebbe cogliere a patto di «non chiedere ai cittadini di indebitarsi ancora».