Roma
Il format è originale: Matteo Renzi intervista Roberto Giachetti, il suo candidato per il Campidoglio, a quattro giorni dall'appuntamento con le urne. Il clima è evidentemente cambiato: nello staff del vice presidente della Camera cresce l'ottimismo verso un possibile risultato che sei mesi fa, tra le macerie della consiliatura di Ignazio Marino e gli strascichi di Mafia Capitale, sembrava pressoché utopistico.
E la presenza del premier aggiunge altro carburante alla campagna elettorale: "Se Matteo ha deciso di metterci la faccia, vuol dire che ce la possiamo fare", è il mantra che aleggia nell'auditorium della Conciliazione, a due passi da San Pietro, già teatro nelle ultime settimane delle convention di Alfio Marchini e Giorgia Meloni. Il teatro è pieno, in platea anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Roberto è una persona vera, nessuno può dirgli cosa fare - esordisce Renzi - Quando sono diventato premier mi ha subito piazzato uno sciopero della fame sulla legge elettorale". Giachetti nomina la candidata dei Cinque stelle, e a Renzi esce spontaneo un "Raggi chi?". I due si confrontano sulla legge elettorale, dove non sono d'accordo sulle preferenze: il premier è favorevole, Giachetti contrario. Sul palco Renzi fa il mattatore: "Diamo solidarietà alla Meloni perché fa una campagna elettorale con Salvini che propone il pedaggio sul raccordo anulare".
Poi ancora sul leader della Lega "Che ha un rapporto speciale con Trump che funziona bene" ironizza il presidente del consiglio, suscitando l'ilarità del pubblico. Poi ancora battute su "Orfini e i suoi incontri elettorali con i librai indipendenti" e tanti aneddoti sulla vita, pubblica e privata, di Giachetti, "l'unico candidato con esperienza amministrativa". Renzi, in particolare, elogia le giunte di Rutelli e Veltroni, sorvolando volutamente su Marino. Il popolo dem gradisce.
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