Declino Capitale, Raggi: Roma sia il modello per l'Italia

Raggi (Toiati)
di Virginia Raggi
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Sabato 23 Settembre 2017, 07:57
Gentile Direttore,
intervengo con piacere nel dibattito sul futuro di Roma e sulle prospettive di crescita della città. Non nascondo la soddisfazione per il contributo del ministro per lo Sviluppo Economico: seppur in ritardo, il Governo ha risposto al nostro invito, condividendo idee e posizioni che noi sosteniamo ormai da mesi con l'iniziativa Fabbrica Roma. Si tratta del protocollo d'intesa già sottoscritto da Cgil, Csil e Uil per rilanciare Roma e di cui io stessa ho avuto modo di parlare con numerosi rappresentanti del mondo istituzionale, imprenditoriale, scientifico e produttivo della Capitale.

E' necessario fare sistema, superare le divisioni dettate dai vecchi schemi politici e lavorare esclusivamente nell'interesse dei cittadini. Fabbrica Roma può essere un modello per tutta l'Italia. In questi mesi ho avuto modo di ascoltare la voce dei cittadini e delle forze produttive della città- Ho ascoltato la voce dei lavoratori di Alitalia, di Sky, di Esso, di Almaviva, di Ericsson, di Aci Informatica e di tante altre realtà vittime di decenni di immobilismo. Dal confronto con loro è nata l'idea di far sedere tutti attorno ad un tavolo in modo che ognuno possa dare il proprio contributo.

Forte è stata la delusione per l'assenza del governo nel corso di un evento organizzato lo scorso giugno presso la sede della Camera di Commercio dove si riunirono Comune di Roma, Regione, le università, i sindacati e tutte le associazioni del sistema produttivo romano. Accolgo, dunque, favorevolmente l'intenzione, manifestata dal ministro Calenda, di far proprie le iniziative da noi più volte richieste. Ci auguriamo possano essere messe in campo già da domani per la nostra Capitale. Attenzione. Non si tratta di chiedere risorse economiche per Roma ma di mettersi seriamente in gioco: i sindacati, le associazioni di categoria, gli imprenditori della città l'hanno fatto con coraggio. Ora anche il Governo annuncia di volersi impegnare. Lo aspettavamo: meglio tardi che mai. L'unico modo per rilanciare Roma è condividere gli obiettivi.

Allo stesso modo, non possono essere sfuggiti i miei ripetuti richiami alla necessità un'Agenda per Roma che preveda le risorse necessarie allo sviluppo di nuove infrastrutture materiali, dai trasporti alle opere di urbanizzazione. Risorse che siano proporzionali alla sua estensione, ai numeri della popolazione residente e dei flussi giornalieri, ai costi sostenuti per la presenza delle principali sedi istituzionali e diplomatiche. Lo ripeto sempre: gli investimenti statali per Roma sono infinitamente più piccoli rispetto a quelli che ricevono ogni anno Parigi, Londra o Madrid.

Con gli imprenditori abbiamo avuto diversi incontri in cui abbiamo discusso degli investimenti necessari per Roma: chiedono infrastrutture. Anche quelle cosiddette leggere che possano facilitare la nascita di nuove realtà e start-up, nonché contrastare ogni tendenza alla fuga di aziende mantenendo vivo il tessuto produttivo e attraendo imprese e talenti. A titolo di esempio, va in questa direzione l'avvio della sperimentazione dei servizi 5G e Wi-Fi.
Dai sindacati abbiamo avuto l'invito a lavorare a una nota congiunta con la quale chiedere al Governo di rivedere il turn over e prevedere investimenti per potenziare l'organico, anche attingendo alle graduatori degli idonei: ad esempio, è necessario incrementare il numero degli agenti che presidiano le nostre strade e quello dei giardinieri e di chi si occupa del verde pubblico.

Con Fabbrica Roma abbiamo proposto di costituire un tavolo di confronto tecnico e politico per il rilancio dell'economia reale cittadina. Aperto a tutti. Ma non è più il momento delle proposte, delle parole e di formali lettere istituzionali. È il momento di guardarsi negli occhi e di costruire progetti concreti che corrispondano alla nostra visione della città. Noi ci siamo. Noi ci siamo sempre stati.
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