Raggi in ritiro con la giunta la grana ora è l'allarme conti

Raggi in ritiro con la giunta la grana ora è l'allarme conti
di Simone Canettieri e Fabio Rossi
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Sabato 15 Ottobre 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 19:16
L'assillo dei conti del Bilancio che non tornano e la necessità di fare squadra dopo una partenza zoppicante, così da oggi si va in ritiro. Virginia Raggi si muove su questi due fronti. Quello interno del Campidoglio lascia poco spazio alla fantasia: c'è da chiudere il bilancio di previsione con il rischio che manchino 400 milioni di euro. Sono i tagli contenuti nel piano di rientro, imposto dal Governo con l'ultimo Salva Roma (sindaco Ignazio Marino), a cui si aggiungono gli immancabili debiti fuori bilancio.

L'ALLARME
Per chiudere il piano occorre che vengano liquidate o messe sul mercato le società della holding Roma Capitale, quelle non strategiche, in tutto una ventina. La linea del M5S in Comune, ribadita dal capogruppo Paolo Ferrara, non va in questa direzione: «Vogliamo salvarle tutte». E così a Palazzo Chigi iniziano a suonare i primi campanelli d'allarme: in ballo ci sono anche i 110 milioni di extracosti (i fondi riconosciuti dallo Stato a Roma per il suo ruolo di Capitale) che potrebbero non arrivare in Comune, con un peggioramento appunto dei conti, già malandati.
In attesa del primo incontro tra Renzi e la Raggi ieri c'è stata un rapido saluto con stretta di mano al palazzo della Fao, in occasione della Giornata Internazionale dell'alimentazione. Discorso diverso, invece, sarà la mano (extra) che chiede il Comune al Governo per avere maggiori spazi di patto di stabilità negli investimenti. Un altro nodo da sciogliere. L'obiettivo è arrivare all'ok in assemblea capitolina in tempi strettissimi, entro i tempi di legge, cioè il 31 dicembre 2016. Prima saranno approvate delle variazioni di bilancio per garantire i servizi in tutti i municipi: dopo l'ok dato il 30 settembre dalla giunta Raggi a 9 milioni per il sociale di alcune delle ex circoscrizioni, ora si provvederà anche a quelle rimaste fuori.

L'IDEA
L'assillo dei conti va di pari passo appunto con la ricerca di una stabilità politica interna, dopo il debutto non proprio brillante, come ha ammesso la stessa Raggi in Aula Giulio Cesare. Cosa c'è di meglio, allora di una bella due giorni di ritiro per assessori e consiglieri? Il conclave inizierà oggi e fino a domenica. La sindaca raggiungerà in serata il resto della truppa. Alle 12 sarà ai funerali di Dario Fo a Milano nel pomeriggio parteciperà alla Marcia silenziosa per il 73esimo anniversario della deportazione degli ebrei dal ghetto. Dopo questi appuntamenti sarà nella località «top secret». Un agriturismo nelle campagne del Viterbese, meta ambita per i weekend di reelax dei romani o per la gita fuori porta della domenica. La due giorni prevede esercizi di team building, con esperti di «area» M5S. «Che ci terranno questi corsi a titolo gratuito». Nessun pullmino per arrivare alla località segreta, ma tutti si muoveranno con i propri mezzi («Le spese a nostro carico», spiegano i consiglieri pentastellati).

I PRECEDENTI
L'idea sarebbe nata un mese fa, ma poi gli eventi e i venti di crisi hanno prodotto ben altri conclavi, ma in Campidoglio. Il gruppone dei consiglieri, 29 in tutto, rivendicano la paternità dell'idea: «Lo abbiamo chiesto per avere così maggiore collegialità nelle scelte». Dal Comune dicono: «No, è un'idea di Virginia». Un film già visto in Campidoglio, e non solo. Due mesi dopo l'elezione Ignazio Marino portò tutta la maggioranza per due giorni a Tivoli, per cementare il gruppo. Ritorna così anche nel M5S un vecchio rito della politica. Enrico Letta, per «fare spogliatoio», portò il suo governo all'abbazia di Spinetta a Sarteano, Romano Prodi scelse il castello di Gargonza, Mario Monti a Nostra Signora di Sion, Gianni Alemanno portò i suoi ai Castelli, in un albergo di Monte Porzio Catone, dopo l'esordio in un albergo della periferia romana.