Raggi: «Non scelsi io il fratello di Marra, fu Meloni che chiese la nomina»

Raggi (Ansa)
di Michela Allegri e Sara Menafra
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Martedì 11 Luglio 2017, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 13:56

La memoria difensiva arriva nell'ultimo giorno disponibile per inoltrare richieste alla procura. E c'è anche un cambio di strategia: la sindaca Virginia Raggi ha deciso di non farsi interrogare, nell'ambito delle inchieste che la vedono indagata per falso, per la nomina a capo del Turismo del Campidoglio di Renato Marra, e per abuso d'ufficio, per la promozione a capo della Segreteria di Salvatore Romeo.

Ieri la prima cittadina ha depositato agli inquirenti l'esito delle indagini difensive relative all'affaire Marra, e ha preferito rimandare la propria versione sull'altra accusa. In un documento di dieci pagine spiega che, a gestire l'ingaggio del fratello maggiore del suo ex braccio destro Raffaele, sarebbe stato l'assessore al Turismo, Adriano Meloni. In questo modo, il sindaco ha - di fatto - alleggerito la posizione di Raffaele Marra, che è indagato per abuso d'ufficio nello stesso procedimento per aver sponsorizzato l'assunzione del fratello, infrangendo il regolamento comunale che vieta ai funzionari di partecipare ai meccanismi di nomina di parenti. E ad accusarlo era stato proprio Meloni, secondo il quale a fargli il nome di Renato era stato proprio il fratello.

L'INSISTENZA
Nella memoria della Raggi, arrivata dopo la chiusura dell'indagine sulle nomine, si sottolinea anche l'insistenza con cui Meloni pretese di avere in squadra Marra senior. A sostegno di questa tesi, sono state depositate alcune mail e chat, nelle quali l'assessore dice di aver scelto Marra, considerato una persona qualificata. Il sindaco è accusato anche di aver dichiarato alla responsabile Anticorruzione del Comune di aver agito in autonomia nella decisione di promuovere Renato. A smentirla, per i pm, un messaggio inviato a Raffaele Marra, quando sui giornali era emerso che, grazie a quell'incarico, il fratello avrebbe avuto 20mila euro in più in busta paga. «Questa cosa dello stipendio me la dovevi dire, mi mette in difficoltà», aveva scritto la prima cittadina. Per il pm Francesco Dall'Olio, sarebbe stata la prova che la Raggi sapeva che la nomina in questione era stata gestita da Marra junior.

Ora, il sindaco tenta di chiarire. Nella memoria specifica che, affermando di aver agito in autonomia, intendeva dire di aver vistato l'interpello sottopostole da Meloni e che era convinta che Marra avesse avuto un ruolo compilativo, essendo il capo del Personale. In realtà, per la procura sarebbe stato proprio lui a sponsorizzare la nomina del fratello, ma la prima cittadina sostiene di averlo appreso solo leggendo gli atti dell'inchiesta.

Nel documento viene proposto in una chiave diversa anche l'sms di rimprovero inviato all'ex vicecapo di gabinetto. Il sindaco ha dichiarato di aver scoperto dai giornali dell'aumento di stipendio. Ha detto di essersi arrabbiata con Raffaele Marra, perché dava per scontato che lui ne fosse a conoscenza. E ha aggiunto di aver redarguito anche Meloni. Per i difensori della Raggi, gli avvocati Alessandro Mancori ed Emiliano Fasulo, questa circostanza dimostrerebbe l'assenza di dolo da parte della sindaca.

LE PRESSIONI
Tra i nuovi messaggi depositati dalla Raggi, anche quelli in cui, dopo l'esplosione dello scandalo relativo allo stipendio, Meloni avrebbe continuato a spingere per confermare la nomina. Che l'assessore stimasse Renato Marra, emerge anche da alcune conversazioni con Raffaele, intercettate e finite agli atti dell'inchiesta per corruzione. «A me piacerebbe tenerlo...

Ho parlato col sindaco, ho detto: Renato per me è estremamente utile nella parte Turismo, sarebbe una risorsa incredibile», dice l'assessore a Raffaele il 16 novembre scorso, pochi giorni dopo lo scandalo dell'aumento in busta paga. L'ex vicecapo di gabinetto risponde che la Raggi non gli parla da giorni. È stizzito: «Prima lo voleva fare Comandante, poi vicecomandante, poi dice: Va be', se Adriano lo vuole con lui, lascialo con Adriano, eccetera. Gliel'ho detto nove volte che andava dalla prima alla terza fascia. Sta' cosa è stata condivisa co' tutti».

ROMEO
Per quanto riguarda la promozione di Salvatore Romeo, invece, il sindaco depositerà una memoria nei prossimi giorni. I difensori, infatti, stanno aspettando un ultimo parere legale e non è escluso che la prima cittadina decida di rendere dichiarazioni spontanee ai magistrati. In questo caso, la Raggi è accusata in concorso con l'ex fedelissimo di abuso d'ufficio: d'accordo tra loro avrebbero proceduto alla promozione di Romeo a capo della segreteria della prima cittadina, con uno scatto di stipendio da 39mila a 110mila euro lordi l'anno. Per i magistrati, il legame tra la Raggi e Romeo era solido, tanto che lui le avrebbe intestato tre polizze vita per complessivi 41mila euro, circostanza che però non viene contestata nel capo d'imputazione.

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