Roma, premi beffa per le buche mai riparate: incentivi dal comune per la manutenzione ma per il codice degli appalti sono illegali

Roma, premi beffa per le buche mai riparate: incentivi dal comune per la manutenzione ma per il codice degli appalti sono illegali
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 6 Maggio 2016, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 18:57

In una città dove l'80% dei lavori stradali è realizzato in modo irregolare (bitume di scarsa qualità, tombini asfaltati per errore, capitolati di gara non rispettati), l'amministrazione comunale di Roma premiava i suoi dipendenti proprio per gli interventi tappa-buche. Nonostante il Codice degli appalti, almeno dal 2014, escluda espressamente la possibilità di liquidare bonus per le «attività manutentive» ai lavoratori degli enti locali. Ad accendere un faro sull'uso irregolare degli «incentivi alla progettazione» è stato il Segretariato generale del Comune. Dalle verifiche sui provvedimenti dei municipi e del Dipartimento Manutenzione Urbana, si legge nella Relazione sul controllo della regolarità amministrativa, «sono emerse criticità relativamente agli incentivi» per i dipendenti che si occupano dei lavori pubblici. Gli esiti di questo rapporto verranno spediti alla Corte dei Conti.

LA VIOLAZIONE
Nei provvedimenti finiti nel mirino degli ispettori comunali, tutti emessi durante il 2015, prima dell'arrivo del commissario Tronca, «vengono stanziate somme a titolo di “incentivo per la progettazione” con riferimento all'attività di manutenzione nonostante il legislatore - annota il Segretariato - abbia espressamente escluso dall'incentivo questa attività, senza alcuna distinzione tra manutenzione ordinaria e straordinaria». Il Codice degli appalti infatti prevede che gli enti locali possano accantonare una quota delle risorse destinate alle opere pubbliche («fino al 2% degli importi») a un “Fondo incentivi” per i dipendenti. I bonus dovrebbero premiare chi si occupa della progettazione di «opere complesse», ma anche chi raggiunge «l'effettivo rispetto dei tempi e dei costi». Il problema è che, dopo una serie di modifiche legislative, in ultimo quelle del 2014, questi gettoni non possono essere destinati a chi si occupa di manutenzione. «Anche una recentissima decisione della Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti - si legge nella relazione degli ispettori comunali - ha fugato qualsiasi dubbio, nel senso di negare la possibilità di destinare incentivi alla progettazione anche per la manutenzione straordinaria». «Le strutture territoriali e in qualche caso anche il Dipartimento Sviluppo e Manutenzione Urbana» però sembrano non averne tenuto conto, secondo gli ispettori. E infatti, nel corso del 2015, decine di atti sono stati firmati per infilare nelle busta paga dei dipendenti i gettoni irregolari. In tutto oltre 650mila euro solo l'anno scorso (nel 2014 erano il doppio). E al di là dei paletti del Codice degli appalti, anche sulla ragione dei premi ci sarebbe da discutere. La puntualità e la qualità dei lavori svolti non sono proprio il fiore all'occhiello dei tecnici della Manutenzione comunale: secondo l'ultimo report dell'Ufficio controlli qualità, in 8 casi su 10 l'esecuzione dei lavori non è stata corretta.
Gli ammonimenti del Segretariato però sono stati in gran parte inascoltati. Nonostante le «diverse note» spedite ai municipi, dalle unità tecniche delle strutture territoriali in tanti casi non si è ottenuto «alcun riscontro».

OSSERVAZIONI INASCOLTATE
Anche «il comportamento degli uffici della Ragioneria» secondo gli ispettori sarebbe stato «non omogeneo», dal momento che «talvolta hanno reso esecutivi provvedimenti contenenti la voce economica relativa alla manutenzione ordinaria».
Ora la Relazione verrà spedita alla Procura regionale della Corte dei Conti, «insieme a schede riassuntive di quei provvedimenti per i quali si ritiene ricorra un ragionevole fumus boni iuris circa una lesione patrimoniale attuale e concreta».