Premi a pioggia, il Campidoglio chiede maxi-sconto al Tesoro: «Servizi a rischio»

Premi a pioggia, il Campidoglio chiede maxi-sconto al Tesoro: «Servizi a rischio»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 3 Gennaio 2017, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 07:58
Il piano del Campidoglio è stato consegnato ai tecnici del Ministero dell'Economia poco prima di Natale. La giunta Raggi ha chiesto ufficialmente al governo di recuperare i bonus illegittimi distribuiti ai 23mila dipendenti comunali tra il 2008 e il 2012 attraverso i risparmi già ottenuti con il piano di rientro del Salva Roma, vale a dire con i tagli decisi dalla giunta Marino nel 2014.

L'escamotage accennato dalla sindaca in un post su Facebook all'inizio di novembre si è trasformato in un vero e proprio programma, spedito ufficialmente al dicastero di via XX Settembre lo scorso 14 dicembre. Da questo documento partirà una complicata trattativa con il governo, che sulla strategia del M5S ha già espresso più di una perplessità. Ma programmare ulteriori tagli, secondo Palazzo Senatorio, «metterebbe a rischio i servizi», come si legge in un dossier della Ragioneria comunale.

IL NODO
Tutto ruota attorno ai salari accessori che Roma Capitale ha distribuito ai suoi dipendenti fino al 2012 senza nessun controllo. Si tratta di premi che, per legge, avrebbero dovuto essere collegati ai risultati effettivamente raggiunti da impiegati, vigili e insegnanti, e che invece finivano in busta paga in automatico, senza nessuna verifica sul merito. «Bonus a pioggia», li hanno definiti gli uomini dell'Ispettorato generale di Finanza nel 2014. Subito dopo il Mef ha presentato il conto, chiedendo a Palazzo Senatorio di recuperare 340 milioni di euro di indennità illegittime.

La legge non consente decurtazioni dirette sugli stipendi, ma obbliga i comuni a elaborare un piano di rientro con una serie di «economie di gestione» e soprattutto una riduzione progressiva del fondo del salario accessorio. Di fatto, si tratta di tagli indiretti alle buste paga, dato che l'ammontare dei premi verrebbe sforbiciato.
Proprio per evitare una stangata ai dipendenti comunali, la giunta Raggi ha chiesto ufficialmente al Mef di far passare i risparmi già ottenuti con il piano di riequilibrio della giunta Marino per tagli nuovi, necessari al recupero dei bonus contestati.

In realtà, nel documento inviato il 14 dicembre, il Campidoglio ha chiesto al governo anche un maxi-sconto. Gli uffici comunali infatti hanno ricalcolato gli importi illegittimi, riducendoli di oltre un terzo: rispetto ai conteggi del Mef, il Comune vorrebbe recuperare appena 100 milioni (la stessa previsione era stata formulata durante la gestione commissariale del prefetto Tronca).

Non è detto però che il governo permetta a Palazzo Senatorio di utilizzare i risparmi già ottenuti dall'amministrazione Marino per saldare i premi irregolari. Il sottosegretario alla Pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, dalle colonne di questo giornale, a fine novembre aveva messo in guardia il Campidoglio, sostenendo che «la delibera adottata dalla giunta non risponde ai requisiti previsti dalla legge», perché «non individua nuovi risparmi di spesa ma indica quelli che il Comune aveva già fatto per realizzare il piano di rientro».

LA RAGIONERIA
Secondo il Campidoglio però «Roma Capitale non può determinare ulteriori risparmi di gestione», come si legge nell'ultimo Referto sul controllo di gestione, elaborato dalla Ragioneria generale. Nel documento si legge che «per realizzare contrazioni aggiuntive della spesa occorrerebbe incidere negativamente sui servizi erogati alla cittadinanza».

Sulla strategia del M5S hanno espresso dei dubbi anche i revisori dei conti del Comune. Perché la legge effettivamente consente agli enti locali di recuperare i salari irregolari attraverso tagli alla spesa. Ma solo ai comuni che hanno rispettato il patto di stabilità. «Il Campidoglio afferma di avere sempre osservato questi vincoli ha spiegato la presidente dell'Oref, Federica Tiezzi - ma il Ministero ha fatto delle contestazioni per gli anni 2011 e 2012». Ecco perché l'Organo di revisione economico-finanziaria ha già chiesto al Comune «la verifica dei vincoli previsti dalla legge» e nel caso in cui venisse registrato «un difetto dei requisiti», i revisori prescrivono «il recupero dell'indebito trattamento erogato».
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