Roma, paralisi Raggi: sulla giunta adesso interviene Casaleggio

Roma, paralisi Raggi: sulla giunta adesso interviene Casaleggio
di Simone Canettieri
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Sabato 2 Luglio 2016, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 14:09


ROMA La crisi del Campidoglio te la spiegano per coordinate geografiche. «E' scesa in campo Milano». E quindi la Casaleggio associati. «Si è mossa anche Genova». Dunque Beppe Grillo. «Napoli le ha dato una scossa». E allora, ecco il felpato Luigi Di Maio. Le ultime 24 ore il sindaco della Capitale Virginia Raggi le ha passate in stretto contatto con il cervello, il volto del M5S e il futuro istituzionale del «non partito». Telefonate e messaggi. Il resto del direttorio e dello Staff, a parte la pontiera Paola Taverna, sta un passo indietro. Casaleggio jr, il comico genovese e Di Maio, con toni e modi diversi, «le hanno dato un aut aut - racconta un fedelissimo della sindaca -: deve revocare subito le prime nomine e chiudere questa benedetta giunta per giovedì prossimo». In cambio «Virginia» ha chiesto una tregua con il mini direttorio romano, a partire da Roberta Lombardi, la deputata, una volta molto potente a Roma, che difende Marcello De Vito, futuro presidente dell'Aula, in questa guerra di dossieraggi, veleni e gossip che impesta quelli che dovrebbero essere i giorni del «cambiamo tutto».

LA SVOLTA
Ecco, le prime cose che Grillo e Casaleggio hanno imposto alla Raggi è di revocare l'ordinanza di Raffaele Marra, come vicecapo di gabinetto vicario, in quanto accusato dai grillini duri e puri di essere stato troppo, troppo vicino al mondo dell'ex sindaco Gianni Alemanno. «E così sarà», ha assicurato la «sindaca». Poi c'è il nodo di Daniele Frongia, il consigliere comunale che ha rinunciato a sedere in Aula Giulio Cesare per essere nominato capo di gabinetto. Nonostante la legge Severino e alcuni pareri dell'Anac ostentati con una certa sicumera legalitaria dal Campidoglio nei giorni scorsi. Peccato che ieri il presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone abbia messo il carico su una situazione già abbastanza precaria. Poche dichiarazioni, ma ben assestate: «Non abbiamo ricevuto ad oggi alcuna richiesta di parere da parte del Comune e non ci siamo espressi né formalmente né informalmente sulla questione della incompatibilità e della inconferibilità del capo di gabinetto del sindaco Raggi». Che sarà un uomo di fiducia «dall'alto profilo giuridico» scelto dallo Staff e dalla Casaleggio associati.
 
LA TENSIONE
Frongia, lo statistico che segue come un'ombra i passi di «Virginia», ora si trova in una situazione complicata: non è più consigliere comunale, non entrerà nello Staff del Comune, ma Raggi lo vorrebbe come vicesindaco. Una svolta complicata da far digerire al mini direttorio romano alle prese con la storia dei dossieraggi: quelli che sarebbero partiti all'indirizzo di De Vito qualche mese fa per non farlo ricandidare e gli altrettanti che sarebbero poi piombati sulla Raggi durante la votazione on line. Ufficialmente tutti smentiscono. La sindaca dice «non c'è alcun dossier». De Vito, dall'altra sponda, minimizza: «Sono fatti ingigantiti e travisati». Il Pd attacca: «Roma è senza giunta bloccata da veti e faide». In pubblico le dichiarazioni del direttorio sono severe. Di Maio: «Chi ha distrutto questa città non fa parte della nostra squadra». Di Battista, l'unico che per una questione interna difende ancora la Raggi, fissa il paletto di giovedì prossimo per la giunta: «Roma non è Torino, formare la squadra non è semplice: ho ascoltato le dichiarazioni del sindaco ha detto il 7 e sarà il 7». Anche se in questo caos c'è chi saluta la compagnia anzitempo: è il caso di Cristina Pronello, la docente del Politecnico di Torino indicata come assessore ai Trasporti, che ieri ha deciso di non entrare nella squadra della Raggi. Il tempo stringe, Genova-Milano-Napoli sono in movimento per superare la crisi con un commissariamento di fatto. Una crisi muta, per certi versi: da quando è stata eletta, lo scorso 19 giugno, la grillina non ha ancora mai organizzato una conferenza stampa. Solo interviste con emittenti straniere (prima Euronews, poi Cnn) e, ieri, con Radio Vaticana. Così sia.