Roma, municipi M5S, delibere ad andamento lento: «Soltanto 102 in 15 mesi»

Roma, municipi M5S, delibere ad andamento lento: «Soltanto 102 in 15 mesi»
di Simone Canettieri e Giuseppe Gioffreda
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Lunedì 23 Ottobre 2017, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 21:39

Anche in scala la produttività non cambia. Se Atene (il Campidoglio) piange, Sparta (i Municipi) non ride. Forti del motto «conoscere per deliberare» le dodici amministrazioni grilline sparse in giro per la Capitale si sono prese i loro tempi per produrre atti. Giunta o consiglio pari son: il trend rimane negativo. Da quando si sono insediati i mini-sindaci pentastellati vince infatti l'andamento lento. I dati, elaborati da Il Messaggero, prendono come termine di paragone i primi quindici mesi degli stessi dodici municipi quando erano a guida Pd-Sel (sotto la giunta Marino). Nel raffronto si tiene a mente che l'VIII (Garbatella) da aprile è commissariato dal Comune, per via delle dimissioni del presidente Paolo Pace. E quindi il conteggio e il confronto, con il precedente mini-sindaco, si fermano.

GLI ESECUTIVI
Sono 102 le delibere di giunta prodotte in un anno e tre mesi dagli esecutivi del M5S in questa legislatura. Ben 48 in meno di quelle sfornate dagli stessi municipi quando erano guidati dal centrosinistra. Allora il pallottoliere arrivò fino a 150. Lo spread politico-istituzionale in termini di percentuale non è lusinghiero per la nuova razza padrona delle ex circoscrizioni: -32% di delibere approvate dai vari assessori e mini-sindaci che governano gran parte della città. L'esito delle elezioni del 2016 ha affidato al M5S dodici su quindici municipi: in quanto due, I e II, quelli più centrali sono rimasti in mano al Pd. Discorso diverso per il X, Ostia, commissariato per mafia da oltre 18 mesi e pronto a tornare al voto il prossimo 5 novembre. La giunta più produttiva con 30 atti è quella del XV di Stefano Simonelli, la maglia nera va al V (3) di Giovanni Boccuzzi.

I PARLAMENTINI
Poi ci sono i consigli municipali, piccoli parlamentini che spesso sfuggono alle grandi cronache, ma non per questo sono avari di soddisfazioni. Le delibere di consiglio approvate in 15 mesi dalle giunte M5S in questa legislatura sono state 565. Le stesse aule prese in considerazione, nella precedente legislatura, alzarono l'asticella degli atti fino a 624 delibere. Ovvero il + 9,5 rispetto alle attuali maggioranze. E proprio a questo proposito occorre anche aggiungere un altro dato. Diciamo più di ambiente e di dinamica politica. La coalizione che sostenne Marino nel 2013 alla conquista del Comune (e di tutti e 15 municipi) era composta da quattro forze: Pd, Sel, lista Marino e Centro democratico. Forze a loro volta rappresentate anche nei parlamentini locali. Cosa significa? Che quando si approva una delibera di consiglio sulla carta sarebbe molto più semplice farlo con maggioranze solide in quanto monocolore come quelle del M5S, rispetto alle coalizioni dove le mediazioni dei vari partiti, «il lima qui», «taglia lì» e dunque i veti in generale sono all'ordine del giorno.
Ma tant'è. Così non è stato. Lo stesso discorso si potrebbe anche proiettare direttamente in Campidoglio nell'Aula Giulio Cesare. Fin qui ci sono stati i raffronti con «il prima». Poi ci sono i paragoni con le altre due giunte municipali: centro storico e San Lorenzo-Parioli. Le mosche bianche targate Pd. Le giunte delle dem Sabrina Alfonsi (riconfermata) e Francesca Del Bello (alla prima esperienza) insieme hanno totalizzato 100 delibere in quindici mesi. Praticamente solo due in meno se si prendono in considerazione tutte quelle timbrate dal M5S nel primo anno e tre mesi di vita.