Comunali Roma, Bertolaso si ritira. Forza Italia punta su Marchini. L'ira di Meloni: ora gli azzurri convergeranno sul Pd

Comunali Roma, Bertolaso si ritira. Forza Italia punta su Marchini. L'ira di Meloni: ora gli azzurri convergeranno sul Pd
di Emilio Pucci
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Giovedì 28 Aprile 2016, 13:31 - Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 09:17

ROMA - La svolta arriva di primo mattino e fa scoppiare una nuova guerra nel centrodestra con Salvini e Meloni che tornano ad accusare Berlusconi di prestare il fianco a Renzi. Dopo un vertice notturno tormentato, con Bertolaso nel mirino per le sue continue gaffes e un colloquio telefonico con Marchini, arriva il colpo di scena: c'è l'accordo con l'ingegnere romano. Berlusconi aveva già convocato il giorno prima lo stato maggiore azzurro. E' a loro che comunica l'intesa: «I sondaggi parlano chiaro, è arrivato il momento di giocarsi sul serio la partita». La nota in cui si certifica il passo indietro dell'ex capo della Protezione civile è scritta. L'ex premier la legge ai suoi ospiti: «Il nostro obbiettivo è dare ai romani un governo della città all'altezza della capitale d'Italia, bisogna adottare delle soluzioni urgenti». Ed ancora: «Occorre una proposta unitaria delle forze moderate e liberali, con un forte spirito civico: una risposta fuori dalle logiche di partito e dagli interessi dei partiti».
 




LA VIRATA
Ecco la virata. Per settimane l'ex premier ha difeso a spada tratta Bertolaso, poi per 24 ore ha aperto alla presidente FdI. Ma i paletti di quest'ultima, gli attacchi di Salvini alle sue aziende hanno portato Berlusconi a cambiare cavallo. Anche se è lo stesso Cavaliere a ricordare che «Marchini era stato la nostra prima opzione, ed era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione». Dunque esce di scena “Mr emergenze”, la sua candidatura era diventata «divisiva».

GLI INCONTRI
L'ingegnere romano va a palazzo Grazioli ad incontrare Berlusconi e, dopo aver ribadito di essere «libero dai partiti», lo ringrazia per il «coraggioso e generoso riconoscimento a un movimento civico che in questi tre anni insieme a 120mila persone ha fatto delle battaglie importanti per la città difendendo e tutelando i diritti dei romani». E Francesco Storace apprezza ed è pronto dopo che avrà riunito i suoi, a fare un passo indietro, ad abbandonare la sua corsa al Campidoglio, in nome di una soluzione unitaria (leggi «Marchini»).

Una parte del partito azzurro nel frattempo mugugna, Matteoli e Romani in realtà una foto di Bologna non l'hanno mai voluta ma il timore è che ora ci possano essere conseguenze sia su Milano che sul futuro della coalizione, «spero che gli elettori capiscano» afferma Toti. L'ex premier però ha deciso città». L'affondo della Meloni e di Salvini arriva subito. «Siamo contenti – dice la prima - della semplificazione del quadro politico a Roma. Ora ci aspettiamo un'ulteriore semplificazione con la diretta e aperta convergenza di Marchini e di FI sul candidato del Pd e di Renzi, Giachetti». «Renzi e Casini chiamano e Berlusconi risponde», punta il dito il secondo, «saranno i romani a decidere se vogliono gli inciuci, le frittate, le marmellate». Berlusconi tende la mano ai suoi (ex) alleati, «ci auguriamo che - superando questa dolorosa divisione - tutto il centrodestra possa ritrovarsi e riprendere un cammino comune», ma il Carroccio e FdI sono sul piede di guerra. Si addensano nubi su Milano con la Lega intenzionata anche ad accelerare sulla federazione con FdI e i Conservatori e riformisti di Fitto (possibile arrivare ad un unico gruppo parlamentare) sulla scia di un “patto generazionale” e in chiave anti-Renzi.
Plaudono i partiti centristi. Esultano Casini («Decisione epocale, Berlusconi riapre la stagione della convergenza dei moderati») e Schifani («Inizia un percorso nuovo»).

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