Maglia della Lazio al figlio, no di Raggi a Lotito: la capisco, è un momento difficile

Maglia della Lazio al figlio, no di Raggi a Lotito: la capisco, è un momento difficile
di Mario Ajello
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Giovedì 15 Settembre 2016, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 08:11

Il piccolo Matteo, che della Lazio aveva la maglietta di prima, quando ancora Candreva non era passato all'Inter, non sarà stato contento. E neppure i romani di fede biancazzurra hanno preso bene la mossa di Virginia Raggi. La Lazio, per fare una carineria al figliolo della sindaca, aveva pensato di donargli la nuova maglia della stagione 2016-2017 con il nome del bomber Ciro Immobile stampato in bella vista. Ma il Campidoglio ha rifiutato questo dono, perché guai a sbilanciarsi calcisticamente in una città come Roma, ha pensato la Raggi. Ben sapendo che la questione è seria.

BIPARTISAN
Dunque? La maglia di Immobile non arriva nel guardaroba di Matteo, che l'avrebbe baciata tutta e indossata per andare a scuola, magari per andare a nanna sognando Ciro, Parolo, Felipe Anderson e gli altri suoi idoli, e naturalmente per recarsi al parco accompagnato da suo papà Andrea Severini - laziale doc - a giocare a pallone con gli amici. E invece, niente. Scomodo da questo punto di vista essere figlio di una sindaca che, come tutti i suoi predecessori, cerca di essere calcisticamente bipartisan. Anche se in realtà è laziale - «Simpatizzo per i biancazzurri ma non sono tifosa», ha tatticamente messo le mani avanti in campagna elettorale - ma sta bene attenta a non sembrarlo. Al punto che una volta se l'è cavata così: «Tra la Roma e la Lazio? Tifo per la Ternana». E ieri al presidente James Pallotta, che è andato a trovarla in Campidoglio per parlare del nuovo stadio della Roma e le ha domandato «lei è una fan dei giallorossi?», ha risposto: «Non sono una tifosa ma tutta la mia famiglia tifa per la Lazio». Anche il suo milieu di provenienza professionale, il giro Previti, è tendenza Lazio. Ma Virginia ha giurato nella scorsa primavera: «All'ultimo derby non ho tifato per nessuna delle due squadre».

Di fatto, ora la maglietta di Ciruzzo Immobile è tornata indietro. Il presidente Lotito è offeso? «No e non sono neanche dispiaciuto», dice il patron della squadra allenata da Inzaghi: «Non è stato da parte della sindaca un gesto di scortesia nei nostri confronti. La Lazio voleva solo fare una carineria al bimbo, visto che ha una maglia vecchia, quella di Candreva. Ma capisco che per la Raggi il momento è molto delicato». Politicamente delicato. E non c'è nulla di più politico che il pallone, in questa Capitale divisa in due.

STRUMENTALIZZAZIONI
«Magari - incalza Lotito - c'è stata nella sindaca anche un po' di paura che il nostro regalo potesse essere strumentalizzato». Scatenando la rabbia del popolo giallorosso contro un Campidoglio già pieno di problemi. Meglio evitare, ecco, ha pensato la sindaca. Che come i suoi predecessori è costretta a muoversi molto attentamente in campo pallonaro. Dove le eventuali scivolate costano care. Basti pensare che un gran tifoso juventino come Walter Veltroni, da sindaco, evitò di sfoggiare la sua fede bianconera, capì che non si può stare sulla cima del Campidoglio essendo anti-romanista e infatti totteggiò assai. Cercava di accostarsi al Pupone re di Roma e si rifugiava anche nella sua passione autentica per il basket. Gianni Alemanno, più laziale che romanista, faceva il bipartisan: «Sono al di sopra delle contese, sennò avrei problemi in casa. Mio figlio è laziale, mia moglie è romanista». E andando più indietro, Giulio Carlo Argan tifava Roma o Lazio? Tifava, da amante monogamo della storia dell'arte, Caravaggio e pre-raffaelliti. Francesco Rutelli non usava il bilancino: laziale dichiarato. Ignazio Marino tifava Marte e, da americaneggiante, il pallone gli scivolava addosso e lui non capiva bene che cosa fosse quella strana sfera (tranne, ogni tanto, per mettere a segno qualche autogol, ma di tipo politico).

Quanto al bimbo Raggi rimasto senza la maglia del cuore, Lotito ha promesso: «Lo inviteremo quanto prima a vedere una partita della Lazio all'Olimpico». La madre lo potrà accompagnare? Improbabile. Se la Lazio perderà quel match, la curva laziale dirà che Virginia porta sfortuna. Se lo vincerà, i giallorossi insorgeranno: «La prossima volta, se si ripresenta il romanista Giachetti, votiamo tutti per lui!».