Muraro indagata: nel mirino dei pm le super consulenze

Muraro indagata: nel mirino dei pm le super consulenze
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Domenica 4 Settembre 2016, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 09:38

ROMA Di fronte alle contestazioni della Procura, Paola Muraro potrebbe decidere di partire al contrattacco, o invece rimanere in silenzio e farsi assistere da un avvocato. Domani alle 17, convocata insieme al sindaco Virginia Raggi davanti alla commissione parlamentare sul Ciclo dei rifiuti che sta indagando sul caso Lazio, l'assessore all'Ambiente dovrebbe portare con sé un corposo dossier sull'Ama, messo insieme nei 12 anni trascorsi da consulente della municipalizzata. L'operato dell'assessore, però, è già finito nel mirino dei pm nell'ambito della maxi inchiesta sull'emergenza immondizia della Capitale.

Il pm Alberto Galanti, titolare di almeno quattro fascicoli, sta raccogliendo elementi da mesi. Da quando ha iscritto sul registro degli indagati il ras delle discariche romane, Manlio Cerroni, insieme ad altre sette persone, tra cui funzionari della Regione e del Comune. Al vaglio della Procura, tra l'altro, ci sarebbero i rapporti tra la Muraro e re Manlio, novantenne, arrestato nel 2014 e già sotto processo per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito d'immondizia, truffa e frode nelle pubbliche forniture. Le stesse accuse, vengono contestate al Supremo anche in uno dei nuovi fascicoli: quello sul tritovagliatore di Rocca Cencia, l'impianto della discordia, finito un mese fa al centro di un acceso dibattito politico che ha per protagonista proprio l'assessore all'Ambiente. Visto che l'impianto è inutilizzato da marzo, la Muraro si è battuta per la riapertura, scontrandosi con il parere negativo del presidente dimissionario dell'Ama, Daniele Fortini. E' stato il manager a rendere noto che la Procura stava indagando sullo stabilimento. Ed è stato sempre lui, già ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti e sentito pure dalla Commissione, a presentare 14 esposti che riguardano il ciclo dei rifiuti romani. I dossier hanno foraggiato l'inchiesta del pm Galanti e trattano anche dei quattro stabilimenti capitolini di Trattamento meccanico biologico che, peraltro, sono stati tutti costruiti dalla Sorain Cecchini, ditta riconducibile al ras dell'immondizia. E' qui che il coinvolgimento dell'assessore sembra più netto.

La Muraro, in veste di consulente, era responsabile Ippc nei due Tmb di proprietà dell'Ama, situati in via Salaria e a Rocca Cencia, vicino al tritovagliatore di Cerroni. In sostanza, si occupava del controllo del protocollo internazionale sull'inquinamento: doveva verificare la qualità dei rifiuti in ingresso, la qualità del processo di trattamento e quella dei rifiuti in uscita da tutti i macchinari.

ANOMALIE
Il sospetto della Procura è che i due siti - in particolare quello di Rocca Cencia - abbiano smaltito meno immondizia rispetto a quanto previsto dal contratto e, soprattutto, abbiano prodotto materiali in violazione delle prescrizioni di legge. Anomalie erano emerse anche in un'altra inchiesta su materiale non a norma proveniente da uno degli impianti Ama e smaltito nel termovalorizzatore di Colleferro. Il pm Galanti ha già chiesto di acquisire gli atti relativi a quell'indagine che, pur non coinvolgendo l'assessore, riguarda irregolarità che risalgono almeno al 2008, e potrebbe quindi dimostrare come le violazioni si siano susseguite per anni.

Tmb e tritovagliatore non sono gli unici fronti battuti dalla Procura. I pm faranno anche accertamenti sui rapporti tra la Muraro e due imputati del processo Mafia Capitale: Giovanni Fiscon e Franco Panzironi, ex vertici dell'Ama. Nel mirino degli inquirenti, le consulenze affidate all'assessore e il suo trattamento economico. L'ultima novità sul caso arriva proprio dal processo sulla cupola mafiosa che per anni avrebbe vinto appalti a Roma in cambio di favori. Negli atti, spuntano infatti intercettazioni tra la Panzironi, Fiscon e la Muraro, che, in un'occasione, avrebbe anche aiutato Salvatore Buzzi, ras delle coop e braccio destro del boss Massimo Carminati, con la documentazione da presentare per partecipare a una gara d'appalto. Intercettazioni non considerate penalmente rilevanti in prima battuta, ma che, ora, sono state acquisite dalla Procura nella nuova indagine.