L'ex assessore Mazzillo sulle chat del cerchio magico: «Assurdo che la politica diventi una faccenda tra amici»

L'ex assessore Mazzillo sulle chat del cerchio magico: «Assurdo che la politica diventi una faccenda tra amici»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 10 Settembre 2017, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 08:04
Andrea Mazzillo, assessore al Bilancio dal 30 settembre 2016 al 23 agosto 2017. Soprattutto: militante da anni del Movimento 5 Stelle, mandatario della campagna elettorale di Virginia Raggi e suo capo staff nel mese di settembre del 2016. Eppure, della sua nomina ad assessore al Bilancio, secondo quanto emerge dalle chat agli atti del processo Marra-Scarpellini, parlavano molto male due che in realtà nel Movimento 5 Stelle non hanno mai militato, Pieremilio Sammarco e Raffaele Marra. Più in generale dalle chat emerge una sindaca che si faceva influenzare da persone che con il Movimento e i principi che ne dovrebbero rappresentare la base, c'entrano poco. Mazzillo, che in agosto dalla Raggi è stato cacciato per motivazioni che la sindaca non ha mai chiarito, guarda con stupore a quanto sta emergendo.

Sorpreso?
«Certo, rivista con il senno di poi era una situazione assurda».

Contro la sua nomina ad assessore al Bilancio le chat dimostrano che c'era contrarietà da parte delle persone che consigliavano la sindaca?
«Allora non ne ero a conoscenza, però a me i consiglieri comunali e il Movimento hanno sempre espresso fiducia e penso di avere svolto bene il mio ruolo, nell'interesse della città. Che non stessi simpatico a Marra era emerso anche da altre chat, perché quando era direttore del personale io mi opposi al metodo che voleva imporre per la scelta del nuovo ragioniere generale».

Lei è stato mandatario della campagna elettorale di Virginia Raggi, suo capo staff e poi assessore al Bilancio. Come spiega il fatto che la sindaca si affidasse ai consigli di Marra e Sammarco, che non c'entrano nulla con il Movimento 5 Stelle?
«Io ho osservato e continuo ad osservare queste vicende con occhio distaccato perché non ho mai inteso l'attività politica e l'impegno che comporta come questioni di un ristretto gruppo di amici, ma come servizio alla collettività. Ciò sia prima del mio ingresso in Campidoglio sia dopo nello staff della Sindaca e poi come assessore al Bilancio e al Patrimonio».

Che idea si è fatto?
«Come probabilmente ogni attivista del Movimento romano e come ogni cittadino di Roma, sono rimasto basito dai contenuti delle conversazioni rivelate. Posso solo pensare che la sindaca Raggi si sia fidata di Marra, perché con lui aveva già collaborato quando era all'opposizione, e dell'avvocato Sammarco perché è stato il suo dominus, ma di certo non ce ne si può compiacere».

Perché il Movimento non si era attrezzato per tempo? Nessuno aveva dubbi sull'elezione della Raggi.
«Si tentò di affiancare la Raggi con delle competenze anche a livello nazionale, ma è evidente che questo tipo di strumento non ha funzionato».

Parla del minidirettorio?
«Sì, si è rivelato un meccanismo poco efficace. Coinvolgere e dialogare con tutte le espressioni della città fin da subito sarebbe stata invece la strategia vincente. La linea del vice presidente Di Maio, insomma».