Il Comune ritira il nuovo bando sugli asili nido: a rischio 600 posti

Il Comune ritira il nuovo bando sugli asili nido: a rischio 600 posti
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 27 Settembre 2016, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:19
«Detto, fatto: confermata l'apertura dei nidi in concessione», annunciava il 4 agosto scorso la sindaca Virginia Raggi sul suo profilo Facebook, dopo avere accolto in Campidoglio una delegazione delle mamme di sette asili nido a rischio chiusura. Ed effettivamente il Comune si era subito attivato, predisponendo bando per assicurare l'apertura delle strutture nel triennio 2016-2019. Una gara che avrebbe dovuto chiudersi a strettissimo giro: il termine ultimo per presentare le offerte sarebbe scaduto il 29 settembre. A pochi giorni dal traguardo, però, a Palazzo Senatorio hanno schiacciato sul freno. Anzi, è stata proprio ingranata la retromarcia: bando revocato «in autotela».
GLI ISTITUTI
Un problema non da poco. Perché le scuole chiuse avrebbero accolto quasi 600 bambini, tra via di Valcannuta (Municipio XIII), via Flora (IV), largo Amalia Camboni (IX), via di San Basilide (XIV), largo Rotello (VI), via Ildebrando Vivanti (IX) e via dei Colli Portuensi (XII).
Per il bando, a dirla tutta, erano già stati tagliati i fondi del 70 per cento, nell'assestamento di bilancio: risorse calate da 12 milioni a 3,2. E infatti a determinare lo stop del Comune sono state proprio alcune criticità relative al prezzo posto a base di gara: quello fissato, infatti, è stato ritenuto «insufficiente» per consentire un ritorno economico agli aggiudicatari. Anche sul computo della quota a carico delle famiglie, sono state registrate anomalie. Secondo quanto si legge nella determinazione dirigenziale pubblicata ieri, l'atto con cui è stato revocato il bando, occorre «riesaminare il piano economico finanziario, al fine di determinare le nuove condizioni di equilibrio».
IL DANNO
Nel più breve tempo possibile, garantiscono dal Campidoglio, verrà attivata una nuova procedura di assegnazione del servizio. Nel frattempo 581 famiglie si ritrovano, dall'oggi al domani, senza un posto dove mandare i propri bambini. «Con questa revoca si rischia di lasciare a casa centinaia di alunni - sottolinea Goffredo Sepiacci, presidente regionale di Aninsei, l'associazione più rappresentativa di queste strutture educative - dopo che le vecchie concessioni erano state prorogate fino al 31 dicembre». Anche l'opposizione attacca: per Fabrizio Ghera di Fratelli d'Italia si tratta di «un altro pastrocchio a firma 5 Stelle, ai danni della città e delle famiglie romane». Tra le fila del Pd, Valeria Baglio fa sapere di voler «chiedere chiarimenti in Commissione Scuola».