Roma, Giachetti; una lista civica con cattolici e moderati

Roma, Giachetti; una lista civica con cattolici e moderati
di Simone Canettieri
4 Minuti di Lettura
Martedì 15 Marzo 2016, 11:17 - Ultimo aggiornamento: 14:05

«Certo, Giachetti deve coprirsi a sinistra, ma non può fare a meno di noi, di questo mondo». Nel chiostro della confraternita dei Piceni, a fianco alla chiesa di San Salvatore in Lauro, si sta svolgendo una conferenza. In teoria si parla di come dare risposte alla lettera del cardinale Agostino Vallini di qualche mese fa («Ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma»). Al tavolo ci sono Raffaele Bonanni, ex numero uno della Cisl, e il giurista Cesare Mirabelli, presidente emerito della Consulta. Nelle prime file: i vertici dell'Udc (Rocco Buttiglione e Lorenzo Cesa), di Centro democratico (Bruno Tabacci e il sottosegretario alla Difesa in corsa alle primarie Domenico Rossi), pezzi di Pd a trazione Popolare, rappresentati da Giuseppe Fioroni. E poi le Acli, Sant'Egidio e tanti mondi cattolici. «Da qui nascerà la lista civica per Giachetti - sussurrano in sala - per fare in modo che un certo patrimonio non vada disperso in mille rivoli e cioè mille candidati».

I NOMI
Cattolici, moderati e società civile. Sindacalisti della Cisl, docenti di Tor Vergata e anche il rappresentante della comunità calabrese a Roma, Giuseppe Romeo. Sono i nomi di cui si ragiona in queste ore per la civica di «Bobo». Di sponda, spiegano, anche con la Prossima Roma di Rutelli che sarebbe pronta a fornire un paio di nomi alla causa del renziano. «Una lista che può puntare al 5 per cento», hanno appena sentito dire nel bel mezzo di un capannello a Fioroni, iper attivo in questa operazione. Tutta a destra del Pd, modello partito della nazione-grande centro, per «allargare il campo».
 

IL SEGRETO
L'evento non è stato pubblicizzato perché c'è paura di confondere i piani e far scoppiare polemiche a sinistra. Confida il consigliere regionale Gianfranco Zambelli: «Io sono qui perché ci sono tanti amici, ma appena nascerà la civica non mi farò più vedere». In parallelo infatti vanno anche avanti le trattative per la lista ufficiale dei democrat. L'area cattolica Popolare ha prenotato quattro posti. Dai municipi ecco Mariano Angelucci e Yuri Trombetti; dall'ex consiglio comunale, pronte al bis, Daniela Tiburzi e Cecilia Fannuzza.
Ma è fuori dal Pd che c'è una certa vita, però. «L'Udc sta con noi: appoggia Giachetti», tagliano corto i dem presenti in sala. L'obiettivo dell'operazione è semplice: alzare l'asticella fino ai mondi alfaniani, per replicare appunto lo schema del Governo. Anche se da Ncd hanno già detto di gradire Alfio Marchini. Così almeno ha spiegato e dichiarato più volte il ministro Beatrice Lorenzin.
Intanto, sottovoce, in uno scenario che ricorda un po' Todo Modo si filano alleanze e scenari. «Non mi fate troppi danni», pare abbia detto Giachetti, radicale nel dna ma pronto al dialogo, agli organizzatori di questo appuntamento così nascosto e poco pubblicizzato. Ma creato appunto per far riunire le anime che furono della Democrazia cristiana più società civile. La battuta di giornata la fornisce Fioroni: «Meglio questo mondo che una lista di Ala». Che sarebbe il gruppo parlamentare di Denis Verdini, a cui non dispiace affatto Giachetti, come detto durante le primarie con tanto di polemiche a correre. «E semmai se c'è uno di Ala, lo candidiamo qui con noi», scherzano, ma forse nemmeno troppo, nel salone affrescato.

LA STRATEGIA
Giachetti non c'è, e per il momento si tiene alla larga da qui. L'operazione sarà chiavi in mano. Il candidato sindaco del Pd sta lavorando sui nomi da mettere in squadra: «Sarà una giunta di politici, ma senza parlamentari». E qualora invece dovesse perdere le elezioni il vicepresidente della Camera ha detto che si dividerà tra il parlamento e l'Aula Giulio Cesare per fare opposizione. Scenari a cui nessuno per il momento vuol pensare. Sminata «l'incognita Bray» adesso tocca a Marino.
Ma l'eventuale candidatura a sinistra dell'ex sindaco non preoccupa più di tanto il mondo renziano. «Magari fosse, così ci divertiamo», dicono con un filo di perfidia. In caso di discesa in campo del marziano con Sel, partirà l'operazione “memoria”. Di cosa si tratta? Di mettere in fila tutte le dichiarazioni e gli interventi in pieno stile renziano confezionati da Marino trovando sempre il no di Sel. Un modo per dimostrare che «è un'unione con un solo collante anti-Matteo».