Fiorito: mai accusato la Polverini
Blitz della Finanza alla Regione Lazio

Polverini parla con i giornalisti uscendo di casa (foto Massimo Percossi - Ansa)
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Giovedì 20 Settembre 2012, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 03:02

ROMA - Berlusconi mi ha detto 'tu non c'entri niente con questa cosa, devi andare avanti'. Non mi ha detto di non dimettermi perch altrimenti sarebbe crollato il Pdl. Renata Polverini parla in tv, ospite della trasmissione Piazzapulita, su La7. E lo fa dopo una giornata difficile, trascorsa tra accuse e smentite. Il presidente della Regione Lazio non poteva non sapere dell'accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall'ufficio di presidenza del consiglio regionale, perch si trattava di una decisione di cui la giunta aveva preso atto», avrebbe detto l'ex capogruppo alla Pisana Franco Fiorito nel corso dell'interrogatorio di ieri davanti ai pm. Poi però lo stesso Fiorito precisa ai microfoni di Skytg24: «Non ho detto che Renata Polverini non poteva non sapere. Non esiste alcun sistema e ho rendicontato tutto».

Intanto si è dimesso, dal ruolo di capogruppo del Pdl al Consiglio regionalesi è dimesso, dal ruolo di capogruppo del Pdl al Consiglio regionale che ha annunciato: «Continuerò a fare politica in qualità di consigliere».

Polverini. «Berlusconi era molto preoccupato perché questa è una Regione importante», ha detto Renata in tv, a Piazzapulita. La governatrice tiene ancora in sospeso la decisione sulle dimissioni da presidente della giunta regionale, in attesa della riunione di domani del consiglio. Il Pd chiede le dimissioni del governatore.

Non ho rubato nulla. «Sono sicuro di non aver fatto niente. Ho provveduto a rendicontare tutte le spese, sicuramente non ho comprato niente, né con i soldi del partito né con altri finanziamenti che non esistono, sicuramente questo è verificabile dalle carte», ha continuato Fiorito. «Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi - ha aggiunto - e non ho paura di andare in carcere perché non c'è motivo di finirci».

«Ieri abbiamo portato in procura i rendiconti di due anni, perché la grande bugia da cui nasce questa storia è che il mio collega ha portato un rendiconto nel quale si diceva che ci fossero 4 milioni di bonifici che non si sapeva da dove partissero e dove arrivassero e un milione e mezzo di assegni, che non si sapeva da dove partissero e dove arrivassero e tutte spese non rendicontate - ha sottolineato - Noi abbiamo portato cinque milioni e 900mila euro di spese di rendiconto». «Ho spiegato documenti alla mano che non solo non abbiamo rubato nulla, e i nostri bilanci sono a posto - ha aggiunto - All'interno di questi mi hanno chiesto di alcune spese particolari, le verificheranno».

Blitz questa mattina degli investigatori del nucleo valutario della Guardia di Finanza nella sede del Consiglio regionale del Lazio, alla Pisana, per ascoltare alcune persone e cercare riscontri alle parole e alle carte depositate da Fiorito.

Fiorito: tutti i consiglieri del Pdl chiedevano soldi. «Tutti i consiglieri regionali del Gruppo Pdl chiedevano soldi. Erano diventati insopportabili, una persecuzione. Mi telefonavano continuamente o mi aspettavano fuori dall'ufficio per chiedermi soldi per cene, book fotografici, manifestazioni. Mi sono stati chiesti anche 10mila euro per una cena di 300 persone in locali in cui non so se potessero contenere tutte quelle persone» avrebbe detto ieri ai pm Fiorito.

100 mila euro l'anno a ciascun consigliere. Un accordo di ripartizione dei fondi tra tutti i gruppi del consiglio regionale in funzione della loro consistenza politica che prevedeva l'assegnazione di 100mila euro l'anno a ciascun consigliere per finalità politiche ed un accordo all'interno del Pdl che raddoppiava o triplicava tale assegnazione a seconda degli incarichi ricoperti. È il sistema di divisione dei fondi descritto da Fiorito.

Fiorito, per effetto della somma delle cariche ovvero capogruppo del Pdl e presidente della Commissione Bilancio, gestiva, ha detto ieri agli inquirenti durante l'interrogatorio, 300 mila euro l'anno. Parlando della gestione del denaro a lui «spettante» Fiorito, secondo quanto si è appreso, ha sottolineato che le sue spese sono state tutte rendicontate e, a sostegno della sua tesi di trasparenza delle sue operazioni, utilizzava bonifici bancari proprio perchè le sue spese fossero tracciabili. Parlando dei suoi numerosi conti correnti, l'ex capogruppo del Pdl ha dichiarato che ognuno di questi era stato aperto per gestire singole necessità: ad esempio quelli in Spagna, due dei quali ereditati dal padre morto quattro anni fa a Tenerife ed altri contenti soldi personali di Fiorito, servivano per la manutenzione ed il pagamento delle utenze delle proprietà ereditate dal genitore. Altri conti erano utilizzati per il pagamento di mutui.

«Contro di me una congiura». In serata Fiorito è tornato a parlare alla trasmissione Porta a Porta: «C'è stata una congiura nei miei confronti dopo una lettera scritta ai miei consiglieri e protocollata il giorno 18 luglio 2012 e consegnata solo ai giudici», ha spiegato l'ex capogruppo. «Nella lettera - dice Fiorito - c'è scritto: ho proceduto a una serie di controlli sui documenti giustificativi delle spese effettuate trovando una situazione insostenibile con assenza totale di documentazione in alcuni casi. Scrivo sperando nella buonafede di ciascuno e nella immediata capacità di ognuno di fornire risposte rapide. Per questo ho inviato una serie di missive per le quali attendo risposta immediata».

La difesa. «Questa lettera è protocollata, firmata a mano per ricevuta da tutti i consiglieri regionali e dal presidente del Consiglio regionale - racconta Fiorito -, è agli atti della Regione Lazio ed è stata scritta una settimana prima che mi sfiduciassero. Sono stato sfiduciato perché volevo controllare quei conti, perché i miei li ho versati tutti secondo la legge, altri no. Questa è la verità».

Il blitz della Finanza nella Regione Lazio. Comprendere le modalità con cui i fondi dei partiti in Regione venivano usati, procedure e verifiche nella assegnazione del denaro. Questo l'obiettivo degli uomini della finanza. A tal fine le fiamme gialle hanno anche sentito funzionari dell'ufficio di presidenza del consiglio della Regione. Ciò anche per verificare le affermazioni rese dall'ex capogruppo Pdl Franco Fiorito nell'ambito dell'interrogatorio di ieri. All'attenzione degli investigatori, delegati dalla Procura, il regolamento in materia. Le verifiche riguardano l'intero sistema e non solo i finanziamenti al gruppo Pdl.

Pm: in consiglio gestione caotica dei fondi. Una gestione caotica» dei fondi ai quali si poteva «accedere con estrema facilità, anche solo con una telefonata». Questo il quadro che fanno gli inquirenti di quanto avveniva presso il consiglio regionale del Lazio alla luce degli elementi in loropossesso e in base all'interrogatorio di Fiorito. I pm parlano esplicitamente di «un sistema senza un serio controllo che spesso avveniva con violazione di legge».

La posizione di una decina di persone, principalmente consiglieri regionali, è al vaglio della Procura di Roma dopo l'interrogatorio fiume di Fiorito.

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