Roma, consulenze e nomine: Alemanno e Marino indagati per abuso d'ufficio

Roma, consulenze e nomine: Alemanno e Marino indagati per abuso d'ufficio
di Michela Allegri
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Venerdì 15 Gennaio 2016, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 16:52


La maxi inchiesta della Procura di Roma che rischia di travolgere nuovamente il Campidoglio, dopo gli scandali "Mafia Capitale" e "scontrino-gate", inizia a prendere forma. Gli ex sindaci Gianni Alemanno e Ignazio Marino sono stati iscritti sul registro degli indagati per abuso d'ufficio, insieme ad altre 58 persone tra funzionari e dirigenti e politici, alcuni ancora in carica. Sono accusati di aver violato il testo unico degli enti locali: avrebbero assunto figure professionali esterne senza concorso e senza procedura pubblica. Per chiamata diretta, quindi, evitando di considerare i 23mila dipendenti già in servizio presso il Comune. A occuparsi dell'inchiesta è il pm Francesco Dall'Olio. In dicembre il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha depositato al magistrato un'informativa in cui, oltre all'abuso d'ufficio, si ipotizza anche il reato di truffa. Nel documento spunta pure il nome di Liborio Iudicello, ex segretario generale di entrambe le giunte, che ha lasciato l'incarico in luglio dopo le polemiche sollevate dalla relazione del prefetto Franco Gabrielli su "Mafia Capitale". In questi giorni i militari stanno convocando politici e funzionari per procedere all'elezione di domicilio. Qualcuno, nei mesi scorsi, è stato ascoltato come persona informata sui fatti. Tra gli indagati ci sarebbero anche alcuni soggetti che comparivano nella lista dei 21 dipendenti comunali su cui Gabrielli aveva ordinato verifiche disciplinari, per presunti contatti con Salvatore Buzzi, imputato nel maxi processo "Mafia Capitale". Il Campidoglio, dopo aver effettuato gli accertamenti, ha recentemente archiviato il procedimento a carico di tutti i funzionari, tranne uno.
 
LE NOMINE
Le verifiche delle Fiamme Gialle riguarderebbero gli anni dal 2008 al 2015. Sotto la lente degli inquirenti, ci sarebbero decine di nomine avvenute per chiamata diretta e, ora, nel mirino dei magistrati di piazzale Clodio sono finiti sia i presunti responsabili dell'irregolarità sia i soggetti che avrebbero beneficiato del trattamento di favore. Va specificato che non è detto che in tutte le nomine in questione sia ravvisabile un profilo di reato. E' infatti lecito procedere ad assunzioni per chiamata diretta in alcuni uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco, della giunta o degli assessori. Il problema consiste nel fatto che il Campidoglio, per non gravare sulle casse pubbliche, prima di assumere personale dall'esterno avrebbe dovuto effettuare una verifica interna per accertarsi che nella struttura non ci fossero lavoratori con le carte in regola per ricoprire le postazioni aperte. Nella documentazione acquisita dagli inquirenti, a quanto sembra, mancherebbero proprio i documenti relativi a questo controllo. La svista, imputabile prima alla giunta Alemanno, si sarebbe poi ripetuta anche quando al Campidoglio si era insediato il chirurgo dem, e potrebbe configurare, oltre che un danno erariale, anche l'ipotesi di abuso d'ufficio. Per quanto riguarda la presunta truffa, invece, l'inghippo sarebbe da ricercare tra le righe dei curriculum e delle autocertificazione presentate da chi ha ottenuto il lavoro. Il sospetto degli investigatori è che qualcuno sia stato scelto sulla base di titoli non veritieri. Un'altra irregolarità ipotizzata è che alcuni dirigenti assunti con l'articolo 110, invece di ricevere potere di firma o la responsabilità operativa di un ufficio, come previsto dalla normativa, avrebbero invece riempito lo staff di sindaco e assessori.
Sul fronte "Campidoglio" ci sono altre due inchieste pendenti in Procura, coordinate dai pm Giuseppe Deodato e Roberto Felici. La prima riguarda sempre presunte nomine irregolari. La seconda, invece, è sui trattamenti economici di funzionari e dipendenti ed è scaturita da una relazione del Mef che risale al giugno 2014.