Roma, mazzette all'ufficio condoni: gli indagati salgono a venti

Roma, mazzette all'ufficio condoni: gli indagati salgono a venti
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Maggio 2017, 07:50
Regali e bustarelle per pilotare le pratiche di condono edilizio. Che per la procura erano vere e proprie mazzette: per questo salgono adesso a venti le persone iscritte sul registro degli indagati con le accuse di corruzione, falso e abuso d'ufficio, dopo l'inizio in sordina delle indagini. Sotto inchiesta, tre dipendenti di Risorse per Roma, una delle società controllate dal Comune, che gestisce le operazioni di condono edilizio nella Capitale, un funzionario del Campidoglio e una sfilza di clienti, che per anni sono stati disposti ad allungare denaro in cambio di agevolazioni.
Nell'informativa che i vigili della sezione edilizia di piazzale Clodio hanno consegnato alla pm Nadia Plastina, titolare del fascicolo, si legge che le bustarelle andavano da tremila fino a 30mila euro. In cambio dei soldi, i funzionari sarebbero riusciti ad aggirare la burocrazia, manovrando a loro piacimento le richieste per sanare violazioni edilizie e regolarizzare immobili abusivi. I documenti irregolari, per il momento, sono sedici. Le pratiche in questione, istruite nella sede di Risorse per Roma, sono passate poi al vaglio dell'Ufficio condoni del Campidoglio, in via di Decima. Il sospetto della procura, che si appresta a concludere gli accertamenti, è che gli indagati siano stati in grado di grado di manipolare l'iter relativo alle domande riconducibili ad amici, conoscenti e, appunto, clienti.

LA PERQUISIZIONE
L'inchiesta era scattata nel febbraio dello scorso anno, quando gli inquirenti avevano perquisito gli uffici di via di Decima e l'abitazione di quattro funzionari, portando via centinaia di pratiche sospette. Alcuni documenti di lavoro taroccati erano stati trovati anche a casa di due indagati. Nella lista delle sanatorie irregolari, oltre a quelle relative a case in via Sant'Alessio di Aspromonte, in via Colle Aurelio e a un immobile in via Baccanello, c'è anche la domanda presentata da un istituto religioso. Al vaglio della procura, infatti, c'è la richiesta di regolarizzazione di un palazzo di proprietà della Casa Generalizia della Congregazione delle Povere Suore Scolastiche, in via degli Aldobrandeschi.
La pm Plastina indaga anche su pratiche relative a immobili privati, aziende, cooperative e consorzi. Dopo le acquisizioni, i vigili hanno analizzato ogni dettaglio dei documenti sospetti e hanno trovato conferma a quello che inizialmente era solo un sospetto: a Risorse per Roma, molti documenti sono stati manipolati e hanno viaggiato su una corsia privilegiata. In alcuni casi, gli inquirenti hanno anche trovato la traccia di passaggi di denaro, in cambio di agevolazioni. Da qui, l'ipotesi di corruzione.

LA VILLA
L'inchiesta era iniziata quasi per caso, mentre la procura stava indagando su alcuni furti messi a segno da una banda di rom di origine serba accusati di aver svaligiato decine di appartamenti nei quartieri più chic della Capitale. Il covo della gang era in una villa abusiva situata in via Gadurso e abitata dalla famiglia Markovic. L'immobile, in zona Ponte Galeria, dopo essere sopravvissuto a un decreto di demolizione, era stato prima condonato e poi acquisito al patrimonio indisponibile del Comune. Alla fine, però, era stato riassegnato agli occupanti illegittimi. La pm Plastina aveva quindi iniziato a fare accertamenti su quella strana procedura. Acquisendo documenti nell'ufficio di via di Decima, aveva scoperto che esistevano molte altre pratiche ambigue, forse aggiustate in cambio di soldi. Il sospetto del magistrato è che i funzionari infedeli abbiano modificato la documentazione che passava tra le loro mani, gestendo una sorta di sezione parallela a quella del Campidoglio.