Roma, via al piano esuberi del Comune: scatta la mobilità tra aziende

Roma, via al piano esuberi del Comune: scatta la mobilità tra aziende
di Fabio Rossi
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Lunedì 22 Agosto 2016, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 08:17


Sarà la mobilità tra aziende a salvare buona parte dei posti di lavoro delle partecipate che saranno messe in vendita dal Campidoglio entro la fine dell'anno. Le previsioni del decreto legge del ministro Marianna Madia per salvaguardare l'occupazione saranno infatti recepite nello schema di riforma della governance delle società capitoline - che non riguarda quelle quotate in borsa - su cui sta lavorando l'assessore al bilancio Marcello Minenna. Il piano dell'amministrazione comunale porterà alla liquidazione di una trentina di aziende di secondo livello, quelle da sempre in perdita e che non forniscono servizi pubblici ai cittadini. Ma questa riforma porterà inevitabilmente alla perdita di posti di lavoro: la holding di Roma Capitale contra quasi 40 mila dipendenti, di cui oltre la metà impiegati in Atac e Ama. Tra gli altri lavoratori delle partecipate minori, quindi, saranno a rischio 2-3 mila posti di lavoro. Per le aziende che non saranno acquistate da privati, infatti, partirà la procedura di messa in liquidazione.

I TRASFERIMENTI
Per salvare più lavoratori possibili sarà quindi avviato un meccanismo di trasferimento dalle aziende in dismissione alle altre municipalizzate che abbiano necessità di assumere personale. E per 18 mesi questa procedura sarà obbligatoria: l'eventuale assunzione di personale da parte delle società dovrà infatti essere «preceduta da una richiesta di verifica della possibilità di reperimento delle necessarie risorse umane attraverso l'espletamento della procedura di mobilità interaziendale». In soldoni: prima di assumere altri lavoratori, bisogna accertarsi che non ce ne siano altri, ovviamente adatti alle mansioni richieste, tra quelli che lavoravano nelle municipalizzate in liquidazione.
 
I PARAMETRI
La riorganizzazione toccherà, nel segno del taglio degli sprechi, anche le aziende che resteranno regolarmente attive, a partire proprio da Atac e Ama. «La riorganizzazione attraverso un sapiente coordinamento finanziario e industriale delle partecipate - ha recentemente sottolineato Minenna - permetterà finalmente di dare servizi efficienti al minor costo possibile e stabilizzare la spesa». Innanzitutto diventerà obbligatoria la scelta di un amministratore unico, come recentemente fatto anche in via Calderon de La Barca con la nomina di Alessandro Solidoro, al posto dei vecchi consigli di amministrazione. Ma per il personale saranno imposti alcuni parametri, anche per evitare nuove Parentopoli, con tetti massimi per il numero di dirigenti e la spesa per lavoro straordinario e salario accessorio. Qualora un'azienda del gruppo non riesca a rientrare in questi parametri, il piano prevederà il «divieto di assunzione di personale ascrivibile al tempo indeterminato ed a qualunque tipologia di forma flessibile». Insomma, nessuna nuova assunzione se il lavoro del personale già in servizio non è ben organizzato, sotto tutti i punti di vista.

I MUTUI
Un'altra parte del lavoro dell'amministrazione capitolina riguarderà il debito accumulato dalle municipalizzate nel corso degli anni. Al contrario del debito storico del Campidoglio, affidato alla gestione commissariale e in gran parte coperto da mutui con la Cassa depositi e prestiti, secondo i tecnici capitolini i debiti delle aziende della holding comunale sarebbero più facilmente ricontrattabili con gli istituti di credito. «Anche il modo in cui le banche si rapportano alle nostre partecipate deve essere ridefinito per ottenere condizioni più vicine a quelle di mercato», è il pensiero di Minenna, che l'assessore vuole mettere in pratica in tempi rapidi.
 

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