Ma non c'è acclamazione: «A metà dello spoglio nessun candidato arriva alla maggioranza - sottolinea il leader del Carroccio, nella conferenza stampa convocata lunedì mattina alla Camera dei deputati - Non dico tutti sullo stesso piano, ma ci sono poche percentuali di differenza». Morale della favola, nella declinazione salviniana: se il centrodestra vuole vincere a Roma deve individuare un candidato unitario, magari con lo strumento delle primarie. «Così oggi perdiamo, la gente ci chiede di andare uniti. Io vi chiedo di fare uno sforzo: un passo avanti e uno indietro - dice il segretario della Lega - Con 4-5 candidati non si va avanti, la gente ci chiede di stare uniti». La palla, oram, passa ai leader della coalizione: Salvini ne riperlerà con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Sarà la leader di Fratelli d'Italia, attualmente il partito più forte della coalizione nella Capitale, a dover scoprire le carte. Tanto che lo stesso Salvini la stuzzica: «A mettersi intorno un tavolo ci vuole un quarto d'ora. Nella voce "altri" c'è Giorgia Meloni che ha preso quasi 400 consensi e che sarebbe titolata per fare il candidato sindaco». La partita, per il candidato del centrodestra nella corsa al Campidoglio, è ancora tutta aperta.
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