Pressing M5S su Raggi: «Nomine dei dirigenti, quel piano va cambiato»

Pressing M5S su Raggi: «Nomine dei dirigenti, quel piano va cambiato»
di Simone Canettieri e Lorenzo De Cicco
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Venerdì 10 Marzo 2017, 08:38
«Quella macrostruttura è viziata, le nomine dei dirigenti fatte da Marra vanno riviste». Gli sms e le chat intercettate di Marra fanno da detonatore a una protesta che, nel M5S romano, covava da tempo. Soprattutto a guardare le date: «In campagna elettorale - ragionano i pentastellati in Campidoglio - avevamo firmato tutti il codice etico che imponeva la condivisione delle nomine, intanto da mesi Marra e Romeo apparecchiavano tutte le nomine».
Il piano predisposto dall'ex fedelissimo della Raggi, arrestato lo scorso 16 dicembre quando era a capo del Personale, secondo diversi consiglieri «ha conservato le logiche del passato. Prima, forse per inesperienza, ci siamo fidati ma ora ce ne stiamo accorgendo». Per questo, è il messaggio recapitato alla sindaca, «va cambiato». Anche Virginia Raggi, in realtà, si è convinta ad intervenire. Non tanto per le ultime rivelazioni giudiziarie, quanto perché «alcuni equilibri della macchina amministrativa - dicono i suoi - dopo questi mesi di assestamento devono essere ritarati». Un assessore parla in maniera diplomatica di «armonizzazione». Di fatto si interverrà in maniera abbastanza importante.

IL RUOLO DEL DIGGÌ
La pratica è stata affidata al nuovo direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti. Il manager che arriva da Genova, così come il capo del Segretariato Pietro Paolo Mileti, si è insediato nel suo ufficio a Palazzo Senatorio soltanto da pochi giorni. Ma ha già tenuto diverse riunioni con i tecnici delle Risorse umane. La macrostruttura - l'insieme delle gerarchie amministrative disegnato a novembre da Raffaele Marra - cambierà, quindi. In che tempi? I primi accorgimenti, spiegano dal Campidoglio, dovrebbero essere portati a termine già entro la fine del mese.

LE POLTRONE IN BILICO
Diversi direttori di dipartimento, che avevano ottenuto l'incarico con Marra al timone del Personale, potrebbero ruotare. In bilico sarebbero i vertici dell'ufficio Ambiente, ma anche della Scuola e dell'Urbanistica, un dipartimento chiave per l'iter di approvazione del nuovo stadio a Tor di Valle. Un capitolo affrontato ieri dalla stessa sindaca, durante un'intervista radio. «La delibera Marino - ha detto la Raggi - aveva sforato ampiamente i limiti di legge e noi vareremo un atto di annullamento o di revoca per sostituire la delibera. Ora siamo al lavoro con i tecnici della Regione in conferenza dei servizi per riuscire a produrre un nuovo progetto che poi possa vedere l'approvazione in quella sede». Insomma, il Campidoglio vorrebbe evitare che l'iter riparta da capo, con una nuova conferenza. Sul rischio di un pesante taglio alle opere pubbliche, la prima cittadina ha detto che «oggi non mi sento di dire quale sarà il destino» delle infrastrutture «o quale dei due ponti terremo. Posso dire solo che su uno dei due ponti ci concentreremo e che la ferrovia Roma Lido rimane». Il vincolo della Soprintendenza? «Non ho competenze, dobbiamo accettare quello che accade in altre sedi».

Sul caso Marra, Raggi ha confermato la linea concordata con i vertici M5S e tenuta già nelle scorse settimane: «Ho fatto un errore di valutazione, ho preso le distanze e ora stiamo ripartendo. Nel frattempo è cresciuto un po' di pelo sullo stomaco, la corazza è più forte e andiamo avanti». Insomma, dice la sindaca, «il periodo più difficile è alle spalle». Ma la macchina capitolina ancora non va. Con la grillina che a Radio Radio ha rimarcato: «Gli uffici ci guardano con sospetto». Gli uffici più che altro guardano al Tar che a breve si esprimerà sul ricorso presentato dal Dircom (il sindacato dei dirigenti) contro la riforma della macrostruttura e l'interpello. L'ultima zampata di Marra.