Roma, sette miliardi non incassati dal 2008: maxi-evasione di multe e affitti comunali

Roma, sette miliardi non incassati dal 2008: maxi-evasione di multe e affitti comunali
di Giuseppe Gioffreda
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Giovedì 6 Ottobre 2016, 07:58
Messe in fila una dopo l'altra raggiungono il valore di un'intera manovra finanziaria capitolina: 7 miliardi e rotti. Quanto il bilancio complessivo del Campidoglio nel 2015. Sono le voci dei crediti mai riscossi dall'amministrazione centrale: tributi non pagati dagli evasori, tariffe mai saldate, multe fatte dai vigili di cui nelle casse comunali non c'è traccia, affitti delle case comunali mai pagati dagli inquilini. Una montagna di «residui attivi», per dirla con i tecnici, che affonda ancor di più i conti in rosso di Roma Capitale già gravati da circa 12 miliardi di debito ante-2008, oggi affidato alla cura della gestione commissariale di Silvia Scozzese.
Alla fine del suo mandato, il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca ha voluto vedere chiaro sulla partita dei crediti che il Campidoglio dovrebbe avere eppure non ha. Ha ordinato agli uffici di calcolare il pregresso. E la risposta non ha lasciato spazio a repliche: 7,1 miliardi accumulati dal 2008 a fine 2015. Per la precisione 4,9 miliardi buco relativi al periodo 2008-2014, altri 2,2 miliardi maturati nel corso del 2015. Una colossale voragine di crediti mai saldati dentro cui c'è di tutto. Oltre 2 miliardi sono imputabili alla voce entrate tributarie. Nello specifico Imu e Ici. Più di un miliardo, invece, deriva dall'evasione della tariffa rifiuti (oggi Tari) negli ultimi sei anni.

LE VOCI
Nei documenti contabili di Palazzo Senatorio compare una ciframonstre: 1.319.363.865 euro. Vale a dire la somma dei bollettini ancora non pagati dai romani - cittadini e aziende - tra il 2010 e il 2015. Una media di oltre 150 milioni annui evasi. Insomma non è stato incassato più di un quarto della tariffa complessiva (3,8 miliardi) che sarebbe stata a carico degli utenti privati in questi sei anni.
C'è poi il capitolo delle cosiddette entrate extra-tributarie»: 3,1 miliardi di euro di crediti non riscossi. A farla da padrone sono le multe fatte dai vigili urbani, oltre un miliardo e mezzo. Basti pensare che , sul fronte multe, alla voce «atti notificati in materia di codice della Strada» solo nel 2015 figurano ben 2,7 milioni di verbali. Ossia uno per ogni abitante della città. Poi ci sono le tariffe dei servizi erogati dall'amministrazione capitolina: le rette delle mense scolastiche e degli asili nido, le sottoscrizioni per gli impianti sportivi comunali, le tasse per le manifestazione turistiche, le concessioni cimiteriali e la Cosap (il canone di occupazione di suolo pubblico). Da aggiungere altri 860 milioni di mancati incassi dalle alienazioni del patrimonio comunale.

IL PARADOSSO
Nel calderone dei soldi che il Comune dovrebbe incassare c'è anche la fetta agli affitti delle case comunali mai saldate dagli inquilini morosi. Anche in questo caso è stato il commissario Tronca a quantificare: 357 milioni di euro. Un conto giunto al termine del lavoro avviato per cercare di mettere ordine nella giungla di case e uffici comunali affittati a prezzi irrisori la maggior parte delle volte nemmeno pagati. Solo nel Centro Storico l'ex prefetto di Milano aveva registrato la presenza di 289 posizioni morose per un totale di 4,5 milioni di crediti non incassati.
Il paradosso sta nel fatto che buona parte della vastissima mole di buchi è da considerarsi perduta. Nel freddo linguaggio della contabilità residuo attivo, infatti, potrebbe addirittura essere considerato come dato positivo, trattandosi di crediti che l'amministrazione vanta nei confronti di privati cittadini, aziende ed esercizi commerciali. Ma in gran parte si tratta di soldi che il Campidoglio non vedrà mai.